Carmela, confermato ergastolo per Caruso Le lacrime del padre: «Giustizia per la mia bambina»

Ergastolo. La Corte d’assise d’appello di Palermo ha confermato la condanna del carcere a vita per  Samuele Caruso, l’assassino di Carmela Petrucci, 17enne uccisa a coltellate il 19 ottobre del 2012 mentre cercava di difendere la sorella Lucia dalla ferocia dell’ex. 

Al bunker del carcere Pagliarelli, dove si è deciso di svolgere l’ultima udienza del processo d’appello, erano presenti i familiari della studentessa palermitana, che subito dopo la lettura della sentenza sono scoppiati in lacrime stringendosi forte l’un l’altro. Così come gli amici e i compagni di scuola della giovane e della sorella Lucia che in questi anni sono stati sempre presenti ad ogni udienza. Presenti anche le donne del coordinamento antiviolenza 21luglio e del centro antiviolenza Le Onde che si era costituito parte civile nel processo.

«Giustizia è stata fatta per la mia bambina – ha detto commosso il padre della ragazza -. Deve passare il resto dei suoi giorni carcere, è lì che deve marcire quell’assassino» . Non c’è pace per questa famiglia, nè, al momento almeno, alcuna intenzione di perdonare.

E proprio questa mattina, poco prima che la Corte si riunisse in camera di consiglio, Samuele Caruso aveva, per la prima volta, chiesto perdono ai genitori di Carmela, Serafino e Giusy e ai fratelli, Lucia e Antonino. «Chiedo perdono per il male che ho fatto – ha detto tra le lacrime -. Prego Dio affinché possa rendere sopportabile la loro perdita. Non avevo parlato finora perché non ne avevo il coraggio. Avevo anche scritto una lettera di scuse alla famiglia ma non mi hanno mai risposto».

Il processo di primo grado, svolto con rito abbreviato, si era concluso lo scorso febbraio con una condanna al carcere a vita, nonostante la difesa di Caruso avesse tentato la carta dell’infermità mentale e secondo la perizia richiesta dal gup, il ragazzo risultava “capace di intendere ma non di volere”. Risultato questo che aveva lasciato perplessi familiari e opinione pubblica e che chiaramente aveva alleggerito la posizione dell’assassino. Il pm Caterina Malagoli aveva però richiesto un’altra perizia dalla quale era invece emerso che il giovane era nel pieno delle sue facoltà mentali. Da qui la sentenza di ergastolo per Caruso, dello scorso febbraio che è stata confermata oggi dalla corte che ha accolto le richieste del pg Mirella Agliastro. E’ stato confermato anche il pagamento della provvisionale di 500 mila euro per Lucia Petrucci e di 500 mila euro per le altre parti civili. 20 mila per il Comune e il Centro antiviolenza.

Una sentenza, quella di oggi, che per il padre di Carmela ha un doppio valore, come ha sempre sostenuto, perchè legata non solo alla morte della figlia e ad una giustizia ricevuta ma è anche per tutte le donne: «Non si possono uccidere impunemente con la speranza che si possa uscire dal carcere in breve tempo – ha sempre sostenuto Serafino -. Non può e non deve passare il messaggio che si può uccidere una donna e cavarsela con pochi anni di galera e che un qualsiasi giudice di sorveglianza possa ridurre gli anni per buona condotta perché il carnefice mira a quello, avere una riduzione di pena, in modo che che il giudice lo metta fuori dopo pochi anni e la sentenza della pena si va a fare friggere».

Marta Genova

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