«Elemosina e carità spesso non bastano». Con queste parole il responsabile Attività e microcredito della Caritas diocesana di Catania Salvo Pappalardo spiega le motivazioni alla base della creazione del servizio da parte dell’associazione. Prestiti in denaro che si rivolgono alle persone che vivono un momentaneo disagio economico e non possono accedere a finanziamenti per prevenire situazioni di potenziale esclusione sociale.
«Ci riferiamo a interventi – precisa Pappalardo – che possono richiedere tutti coloro che per via di ostacoli vari non possono rivolgersi a banche o finanziarie esterne». Si tratta di persone che con problemi legati alla salute, alla casa o al lavoro.
«Dai tanti ascolti condotti in questi anni dalla Caritas – spiega il responsabile – si è riscontrato un alto numero di gente che, dopo il verificarsi di un evento straordinario della propria vita, non è più riuscita a venirne fuori». Da qui è nato il microcredito etico-sociale garantito proprio dalla Caritas, grazie al quale «siamo riusciti ad aiutare, ad esempio, i lavoratori in nero che non hanno un reddito dimostrabile. Ma anche i single, le persone che sono rimaste sole, e quelle che in passato hanno fatto qualche piccolo errore, come non pagare la rata di acquisto di un elettrodomestico», continua il referente dell’associazione. Che spiega come il prestito di denaro «arriva fino a massimo di quattromila euro, con un tasso di interesse del solo 1,90 per cento, da restituire entro tre anni».
Il microcredito etico-sociale, dopo l’idea della Caritas, si è esteso anche a livello regionale, con la garanzia della Regione Siciliana, per aiutare non solo i catanesi ma tutti i siciliani. Poco dopo, a questi servizi si sono aggiunti anche il Prestito della Speranza credito sociale e il Credito fare impresa, entrambi con la garanzia della Conferenza episcopale italiana. Interventi di sostegno economico per «tutti coloro che vogliono studiare o che vogliono creare un’impresa. Insomma, per migliorare la qualità della vita. In tanti, infatti, si sono rivolti a noi per avviare una microimpresa, chiedendo il prestito che varia da 7.500 euro (credito sociale) a 25mila (credito fare impresa)».
Non mancano gli interventi per contrastare il sovraindebitamento e l’usura, destinati a coloro che si sono esposti a grossi debiti.
«Abbiamo incontrato tante persone vittime del racket – confessa Salvo Pappalardo -, gente che non riesce a denunciare i propri aguzzini per timore di rivendicazioni e che si ritiene senza via d’uscita. A loro abbiamo consigliato di denunciare, aiutandoli a incontrare le forze dell’ordine e la magistratura. A chi lo ha fatto abbiamo pagato le spese legali e concesso il prestito – garantito dalla fondazione ss. Massimiliano e Rosalia di Palermo – che varia da 60mila euro a 150». Numerose le banche che hanno aderito all’iniziativa, dal Credito cooperativo etneo all’Unicredit, passando per Intesa San Paolo.
Non bastano, dunque, solo i centri di ascolto ma ci vogliono gli aiuti concreti: «La Caritas – conclude Pappalardo – ce la mette tutta per contribuire a migliorare la situazione di chi si trova in difficoltà».
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