Divieto di cucinare negli alloggi e di vendere merci all’interno del Cara di Mineo. Sono le nuove regole imposte all’interno del Centro di accoglienza per richiedenti asilo del Calatino. A deciderle una recente riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza convocato dalla prefettura di Catania e svoltosi alla procura di Caltagirone. Ma i due dinieghi non piacciono alle migliaia di migranti che vivono all’interno della struttura nell’attesa che le loro richieste di soggiorno vengano esaminate. Il problema principale è legato al cibo: in molti, durante l’occupazione di questa mattina della strada statale Catania-Gela, mostrano i piatti proposti dalla mensa della struttura. Per lo più pasta e riso. L’obiettivo dei cittadini stranieri è avere la possibilità di prepararsi da sé pranzi e cene, per avere la libertà di scegliere la propria alimentazione.
L’altro tema riguarda poi l’allestimento di piccoli spazi commerciali nel Cara, che al momento ospita oltre tremila persone. Si tratta di spazi di compravendita di piccoli oggetti e abiti. I migranti usciti in strada a protestare fanno vedere vestiti rovinati, ormai bucati. «Con i soldi possiamo comprare qualcosa di nuovo», dicono. Sul posto, intanto, è arrivata la polizia. Le immagini dall’esterno della struttura riprendono un serpentone di cittadini stranieri che occupa una parte della carreggiata. Non si segnalano scontri né momenti di particolare tensione. Il primo a intervenire sulla vicenda è, come prevedibile, il leader leghista Matteo Salvini: «Essendo già dotati di tutti i comfort – sostiene il politico su Facebook – per che cosa protesteranno i signorini? Spero che non sia, come dice qualche residente, perché c’è troppo caldo e vogliono pass gratis per entrare nelle piscine e nei lidi della zona». Ma Mineo, com’è noto, non si trova sul mare.
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