Il pallino di piombo si è fermato poco prima della spina dorsale. È questo il motivo per il quale un gatto di un anno e mezzo è ancora vivo, anche se gravemente ferito, dopo che un colpo di arma da fuoco lo ha quasi ucciso. La stessa fortuna, però, non l’ha avuta un’altra gatta della stessa zona. Morta sul colpo sempre per colpa dei piombini esplosi da un anonimo cecchino. Succede nella zona dei Cappuccini di Catania, in una via che incrocia via Plebiscito poco prima dell’ospedale Vittorio Emanuele. È lì che, nel cortile tra due condomini, da mesi si registrano sparizioni di felini. E morti improvvise. «Adesso che è successo a noi e abbiamo visto le lastre abbiamo messo insieme tanti puntini e abbiamo capito che c’è qualcosa che non va», afferma Cosimo Coltraro, l’attore 49enne proprietario del micio quasi ammazzato dall’ultimo sparo.
Era la notte del 31 gennaio quando Coltraro e la sua compagna stavano rincasando. Abitano all’interno di un condominio con una corte in comune tra tutte le abitazioni. Uno spazio in cui da sempre vivono diversi gatti, presi a cuore di volta in volta da ciascun condomino. «Quella è casa loro, un ambiente protetto – dice il cittadino etneo – Per questo ci siamo stupiti quando, a differenza del solito, non abbiamo trovato il nostro gatto ad aspettarci davanti alla porta». Così lo hanno cercato. E lo hanno trovato nascosto poco distante, «rantolava e non riusciva a muoversi». «Erano le due del mattino, siamo corsi a cercare aiuto ma non abbiamo trovato ambulatori aperti», sostiene Coltraro. Così hanno atteso e, l’indomani mattina, con l’animale in condizioni sempre peggiori, sono corsi dal veterinario. Solo dopo il sorgere del sole hanno notato, tra il pelo della gola, un foro.
«Abbiamo fatto le lastre – racconta il proprietario – Noi pensavamo che si trattasse del segno di una lite con un randagio». Invece l’esito degli esami ha mostrato un pallino di piombo a pochi millimetri dalle vertebre. «Si è salvato per questo, ma il medico ci ha detto di non affezionarci all’idea che sopravviva. È in condizioni gravissime». Solo alcuni mesi prima un fatto simile era accaduto alla gatta di una vicina di casa: «La sua, però, era morta dopo un paio di giorni di agonia. Non avevamo creduto che fossero pallini sparati da qualcuno, ma adesso, purtroppo, dobbiamo ricrederci». E cominciano a sospettare che anche altri mici «spariti senza spiegazioni, possano essere rimasti vittima dello stesso metodo. Erano tutti abituati a tornare, vivono bene nel nostro cortile. Negli ultimi due anni ne sono scomparsi sette. Compresa una mamma che aveva appena partorito». Un paio di questi sono stati trovati morti proprio nel loro giardino: «Adesso tutto questo assume una luce nuova».
Cosimo Coltraro ha presentato una denuncia alla procura di Catania. Ma prima è andato a chiedere consiglio ai carabinieri e alla municipale. «Purtroppo lui è stato il primo a farci sapere che cosa sta accadendo – affermano dalla sezione ambientale dei vigili urbani – Ci serve l’aiuto della scientifica e della balistica per capire da dove possa essere provenuto lo sparo e da che arma è stato esploso». Ma se la pistola o il fucile non fossero registrati ogni verifica sarebbe inutile. «A prescindere da quello che decideranno i magistrati – continuano i vigili – Noi faremo un controllo più mirato del territorio in quella zona. Che ci sia qualcuno che spari in un centro abitato è di una gravità inaudita». Anche perché «oltre ai gatti, fatto di per sé deprecabile, potrebbero essere colpiti adulti e bambini». Un errore di tiro che potrebbe costare caro alle eventuali vittime e al cecchino.
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