Capanna, il Sessantotto e Alemanno

Nel suo ultimo libro, “Il Sessantotto al futuro”, Mario Capanna ribadisce come sia necessario abbandonare la solita nostalgia sessantottina per affrontare una nuova rivoluzione. «Qualcosa di più e di meglio rispetto al Sessantotto» dice, «perché non dobbiamo rifare il passato, ma usarlo come modello per il futuro». 
 
Lei ha detto che “bisogna fare qualcosa di più e – soprattutto – di meglio del Sessantotto”. Quali sono gli errori fatti allora che non dovranno essere ripetuti?
Si dovranno evitare gli episodi di settarismo di quel periodo, le lotte tra le parti del movimento che nocquero non poco: tutte le energie venivano impiegate per demolirci a vicenda, per dispute ideologiche. Credo sia questo il principale errore che non va ripetuto.
 
Quindi la rivoluzione del Sessantotto non è riuscita? Il Re (“i poteri forti”, ndr) non è mai stato sconfitto, oppure ha vacillato almeno un po’?
È stato sconfitto culturalmente, perché oggi tutti vedono che il Re è nudo, non è più credibile. Solo che politicamente non è ancora stato sconfitto: bisogna quindi andare avanti con una nuova rivoluzione.
 
L’ondata antipolitica e il grillismo hanno messo ancora più a nudo il Re o hanno prodotto un effetto negativo, allontanando la gente dalla politica?
Dobbiamo distinguere tra antipolitica e grillismo: secondo me Grillo ha fatto l’errore di presentare le liste a livello locale. A Roma ha preso il 3%. Non avrebbe dovuto farlo, perché da adesso tutti diranno “Grillo chi è? È quello del 3%”. Questo ha reso invisibili le cose serie – e anche documentate – che dice.


 
E l’antipolitica?
L’antipolitica è stata creata dalla politica che non è più vera politica. Quando la politica diventa finzione, alimenta i propri anticorpi. Ma va usata nel modo giusto.
 
Per esempio, l’antipolitica non deve cadere nell’errore di Grillo…
Esatto. Oggi non abbiamo fatto nessun discorso antipolitico, ma un discorso alternativo alla politika con la kappa. La politica deve tornare partecipazione per essere davvero democrazia.
 
Lei ha dichiarato su “La Repubblica” che una vittoria di Alemanno come sindaco di Roma “Non sarebbe male”. Perché?
Alemanno è di destra, è stato un picchiatore fascista da ragazzo, ma sugli ogm ha detto un no secco. Quindi su questo la pensa come me. Rutelli cosa ha detto, invece? Niente. Allora me ne frego che Alemanno sia un fascista, preferisco che vinca lui. E poi, in questo caso, la disfatta della sinistra iniziata il 14 aprile sarebbe completa e si potrebbe ricominciare a costruire.

Valeria Giuffrida

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