Sembrava tutto finito, con l’indignazione delle società estromesse dalla B e la soddisfazione, dall’altra parte, di Federazione e Lega B: quando anche la Serie C stava finalmente per mettersi in moto, con le prime gare previste tra martedì e mercoledì prossimi, è giunta dal Tar del Lazio una sentenza che potrebbe ribaltare tutto. Il tribunale amministrativo regionale ha infatti dato ragione alla Pro Vercelli, accogliendone l’istanza in merito alla decisione avversa del Collegio di Garanzia (che aveva dichiarato l’inammissibilità dei ricorsi presentati dai piemontesi in merito alle delibere Figc che davano il via libera alla B a 19 squadre, bloccando i ripescaggi, ndr) sospendendo di fatto l’efficacia della decisione emanata dall’organo del Coni lo scorso martedì 11 settembre e rinviando tutto alla Camera di consiglio del Tar, prevista per il prossimo 9 ottobre.
Il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina, poco dopo la comunicazione, ha dichiarato ufficialmente che le squadre interessate ai ripescaggi in Serie B (Catania, Novara, Pro Vercelli, Robur Siena e Ternana) non scenderanno in campo nel prossimo turno di campionato. «Ci tocca ancora una volta pagare un prezzo molto alto – ha dichiarato Gravina alla stampa – diversi soggetti hanno ribadito a più riprese che la decisione di una B a 19 con determinate modalità non avrebbe comportato problemi per nessuno, questa è la dimostrazione della loro grande miopia. Siamo a metà settembre – ha precisato il massimo dirigente – e ancora continuiamo a parlare di rinvii, ricorsi e sentenze». Riguardo poi la data del 9 ottobre, Gravina ha ammesso la possibilità che le 5 squadre coinvolte rimangano ferme fino a quella data.
Si allontana, dunque, la data del rientro in campo anche per il Catania: salta la trasferta di Monopoli, prevista allo stadio Veneziani il prossimo martedì 18 settembre alle ore 20:30. Una scelta che non farà piacere a giocatori e tifosi ma che, dall’altra parte, riapre la possibilità del ritorno nella serie cadetta. Non è facile né corretto, al momento, sbilanciarsi su quella che potrà essere la decisione della Camera di consiglio del Tar. Ci sono due certezze: la prima è che, ancora una volta, l’immagine del nostro sistema calcio viene pesantemente danneggiata da una vicenda gestita in maniera non lineare dagli organi sportivi preposti; la seconda è che, dopo due mesi e mezzo e tre gradi di giudizio, la palla non è ancora passata al campo.
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