«Faccio appello a Regione, Comune e agli altri soci del teatro Biondo di Palermo affinché trovino le condizioni per consentire all’attuale direttore artistico, Roberto Alajmo, di proseguire la sua carica e portare a termine il suo progetto culturale». Sul caos che sta sconvolgendo la gestione dello Stabile dopo l’ombra di nuovi tagli, il deficit e, infine, le dimissioni del direttore Roberto Alajmo, rompe il silenzio anche Emma Dante, artista principale ospite fortemente voluta proprio da Alajmo e dal sindaco Leoluca Orlando come pezzo pregiato per il rilancio dell’istituzione teatrale cittadina. L’artista, direttrice della scuola resta in sella e vuole continuare a portare avanti il percorso intrapreso due anni fa e allontana lo spettro di nuove dimissioni, ma non si sottrae a mostrare tutta la sua vicinanza all’ormai ex direttore. «Non saprei da cosa dimettermi – dice – non avendo, all’interno del teatro, nessun incarico istituzionale, se non la direzione della scuola con un contratto a scadenza semestrale. Tengo moltissimo alla Scuola dei mestieri e dello spettacolo, nata grazie alla volontà di Orlando e di Alajmo e non vorrei assolutamente che si interrompa proprio all’inizio della sua storia, un inizio sorprendente, di grande impatto, che ha già fatto emergere giovani straordinari talenti e prodotto Odissea A/R, uno spettacolo acclamato da pubblico e critica con repliche previste, nella prossima stagione, in teatri prestigiosi di molte città».
«Credo che in questo momento di grande crisi per la cultura – prosegue Emma Dante – polemizzare e alimentare risentimenti sia la strada sbagliata, voglio continuare a credere nella buona fede dell’amministrazione della mia città e sperare che il sindaco di Palermo e il presidente della Regione Sicilia, intervengano per aiutare il Biondo a proseguire il suo cammino senza traumatici coiti interrotti». Per questo l’appello affinché si possa convincere Roberto Alajmo a tornare sui suoi passi, o comunque il Cda a respingere le dimissioni. «È importante e doveroso consentire a qualsiasi direttore artistico di concludere il proprio percorso, per evitare l’insopportabile abitudine della cultura usa e getta: dimesso un direttore se ne fa un altro e si ricomincia daccapo. Mi dispiacerebbe molto prendere posizioni drastiche e dichiarare fallimento, per questo motivo attendo fiduciosa la riunione del Cda il 24 agosto in cui si discuteranno e spero revocheranno le dimissioni di Roberto Alajmo. Non potrei accettare una tale sconfitta, soprattutto di fronte all’evidenza dei fatti: il teatro Biondo sta funzionando. La scuola del teatro sta funzionando. Quasi tutti gli artisti palermitani hanno avuto la possibilità di lavorare e di essere prodotti dal teatro della loro città, riappropriandosene. Roberto Alajmo ha reso felici un po’ tutti, aprendo il portone e le finestre del teatro ai suoi concittadini. Pur essendo convinta che una programmazione artistica non debba avere a che fare con l’affetto e la bontà o con dinamiche campanilistiche, devo ammettere che il suo metodo ha ottenuto ottimi risultati: ha avuto pochi nemici e quando il pubblico arrivava numeroso in sala, lui era raggiante, felice, accogliente»
«Roberto è stato mansueto e ha ascoltato tutti, grandi e piccini, ed è immeritato il trattamento che, oggi, riceve». Conclude così Emma Dante, che usa parole di diplomazia per richiedere un’intervento delle istituzioni per evitare l’irreparabile, l’acuirsi della crisi. «Sarà che sono fatta vecchia e non ho più tempo di aspettare che le cose cambino, sarà che avendo un figlio, adesso, mi sembra doveroso mostrarmi ottimista e fiduciosa di un futuro migliore, per questo voglio sperare che, rimboccandoci le maniche, tutti possiamo continuare a costruire». Intanto dai teatri di tutta Italia si alza forte il coro di voci a supporto del direttore dimissionario e del Biondo. Dal Piccolo di Milano all’Argentina di Roma, che in una nota lancia l’allarme: «Ha dell’incredibile la condizione in cui versa la cultura e lo spettacolo in Sicilia».
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