Cantieri Culturali, Spazio Bausch concesso al consorzio Arca Per promuovere la cultura d’impresa innovativa

La determinazione sindacale è di questa mattina e con quest’atto lo spazio Bausch, ovvero il padiglione 10 dei cantieri Culturali della Zisa, viene dato in concessione al Consorzio Arca, nato nel 2003 per «l’applicazione della ricerca e la creazione di aziende innovative, attivo dal 2003, è un partenariato tra l’Università di Palermo e un gruppo imprenditoriale privato impegnato nel campo della ricerca industriale e del trasferimento tecnologico».

Paradosso vuole che la concessione arrivi a pochi giorni di distanza dallo sgombero del padiglione Zac: oltre 50 artisti coinvolti nel progetto voluto dall’assessorato alla Cultura nel 2013, guidato allora da Francesco Giambrone, esposero le loro opere d’arte. Gli artisti erano stati scelti da un comitato scientifico composto da Alessandro Bazan, Daniela Bigi, Francesco De Grandi, Gianna Di Piazza, Eva Di Stefano, Paolo Falcone, Luciana Giunta, Francesco Pantaleone, Antonella Purpura, Sergio Troisi, Emilia Valenza e Alessandro Rais e che avrebbe dovuto occuparsi di una serie di attività legate proprio al laboratorio Zac. Ma tutto si è concluso nel peggior dei modi invece, con una e-mail con la richiesta agli artisti di liberare il padiglione.

Ma torniamo al consorzio Arca e alla concessione rilasciata dal Comune per 12 anni. Il Presidente è Umberto La Commare, professore ordinario di Tecnologie e Sistemi di lavorazione presso l’università di Palermo. La proposta di determina, firmata oggi dal sindaco, era dell’ufficio Valorizzazione risorse patrimoniali e si basava proprio sulla richiesta fatta da Arca al Comune, il 24 aprile del 2014, per l’assegnazione dello spazio al fine di destinarlo a sede di «un nuovo punto di diffusione della cultura imprenditoriale e delle imprese innovative». Nuovo punto perché di fatto una sede, ben attrezzata, esiste già. Nel 2005, il Consorzio ha avviato infatti l’incubatore d’imprese Arca per «promuovere e assistere la nascita di iniziative imprenditoriali innovative e si trova all’interno del campus universitario di Palermo, ha una superficie complessiva di circa 1.500 metri quadrati e si articola attorno a un sistema di spazi comuni (coworking, cucina, living), moduli per le imprese, uffici dello staff, sale di incontro, aule di formazione e laboratori dedicati».

La concessione è stata rilasciata in base al vigente «regolamento relativo alla gestione e alienazione dei beni immobili di proprietà comunale nonché alla locazione ed acquisto immobili di proprietà privata», approvato dal consiglio comunale nel 2008, il quale prevede che i beni di proprietà comunale, facenti parte del patrimonio disponibile, possono essere dati in locazione e/o in concessione ad enti ed associazioni e che qualora questi beni necessitino di rilevanti interventi di manutenzione o ristrutturazione a occuparsene siano i concessionari. Il canone annuo che sarà pagato da Arca è di di 9360 euro, la ristrutturazione dell’immobile costerà invece circa 120 mila euro, ma ai concessionari saranno defalcate le spese sostenute del 40 per cento.

Come si legge nell’atto firmato oggi dal sindaco Leoluca Orlando, gli spazi dei cantieri furono individuati dall’amministrazione per «creare una cittadella della arti e della cultura». Di certo, nessuno può mettere in dubbio la qualità del consorzio Arca, ma appare evidente che non abbia nulla a che vedere con una cittadella dell’arte e della cultura per come è sempre stata intesa. Ma se vogliamo trovare un collegamento, guardiamo alla storia di quel luogo, di quello spazio, che veniva utilizzato come magazzino per la mensa degli operai delle Officine Ducrot. Sempre di impresa, in fondo, si trattava e da qualche parte si deve pur partire per ridare vita a questo posto. E così la pensa il direttore del Consorzio Arca: «A breve organizzeremo una conferenza stampa e daremo tutti i dettagli – dice a Meridionews La Commare -. Collaboreremo con l’Università di Palermo, l’intento è quello di creare cultura d’impresa e posti di lavoro. I giovani sono al centro e questo spazio deve essere condiviso, così come tutti i Cantieri».

Marta Genova

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