Dopo la richiesta del viceministro dell’Economia Teresa Bellanova, arriva la convocazione in prefettura a Palermo per il vertice sul futuro del cantiere dell’anello ferroviario Tennis, che da mesi procede a rilento. All’incontro – fissato l’11 luglio alle 17 – saranno presenti oltre ai sindacati, anche l’amministratore straordinario di Tecnis, Saverio Ruperto, rappresentanti di RFI e di Italferr. L’istanza dell’esponente del governo nazionale è giunta al termine della riunione che si è svolta nei giorni scorsi nei locali del Polo meccanotronica di Brancaccio nel capoluogo, fra il viceministro e i rappresentanti delle sigle sindacali Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. E in quella occasione, Bellanova si era impegnata a seguire la vicenda anche a livello nazionale, sollecitando il confronto fra le parti.
Una notizia accolta delle organizzazioni dei lavoratori con «grande soddisfazione» per la celerità con cui è arrivata la convocazione e l’accelerazione che sta subendo la vertenza Tecnis sulla vicenda dell’anello ferroviario. Per Ignazio Baudo della Feneal Uil «questa convocazione è conseguenza del fruttuoso incontro avuto con il viceministro Bellanova». A preoccupare sindacati e maestranze è, tuttavia, lo stato di salute dell’azienda, il colosso catanese che stenta ancora a riprendersi dal ciclone giudiziario che l’ha travolto lo scorso anno. I lavori, anche a causa dei ritardi nei pagamenti ai fornitori e alle maestranze – gli operai attendono ancora diverse mensilità -, procedono a singhiozzo. Proprio oggi, dopo quattro mesi di stop, sono riprese le attività in viale Lazio ma, come rivela Paolo D’Anca della Filca Cisl Palermo Trapani, si è trattato solo di interventi preparatori: «Si tratta di una sorta di presidio perché attendiamo la consegna dei materiali per proseguire gli interventi – prosegue – Ciò che lascia perplessi è l’aver trasferito una parte degli operai da un cantiere a un altro: se spostare gli stessi lavoratori è una buona notizia ne prendiamo atto».
A pesare, infatti, è il clima di incertezza che grava sul futuro dell’anello ferroviario dato che i contratti degli operai a tempo determinato sono tutti scaduti – a giugno gli ultimi 9 – e, nel frattempo, non sono mai stati rinnovati. «L’incontro in prefettura è conseguenza della buona politica – prosegue D’Anca – infatti quando la politica mette al primo posto i diritti dei lavoratori e il bene della collettività non possono che venirne cose positive. Ma quello che ci preme, in questo momento, è che vengano richiamati tutti lavoratori che sono rimasti a casa. Non si può lavorare solo con 12 persone quando, a pieno regime, potrebbero esserne impiegate 80, così com’era stato prospettato inizialmente. Abbiamo avuto diverse tappe in questi mesi che hanno portato a un nulla di fatto – conclude – ci auguriamo che il prossimo incontro sia un punto di partenza dopo tanti mesi di stasi».
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