Cresce anche a Palermo la preoccupazione in seguito al decreto del ministero della Salute, in vigore dal 18 giugno, che fissa a nove euro al grammo il costo di acquisto per i farmacisti del principio attivo per i preparati a base di cannabis terapeutica. Il prezzo stabilito dal ministero è inferiore, infatti, a quello di mercato, tale da rendere per le farmacie «insostenibile» la preparazione e la vendita dei preparati a base di cannabis terapeutica. «Da questa settimana siamo obbligati a tariffare secondo quanto stabilito dal ministero – afferma Cristina Amodeo della farmacia Amodeo di Palermo – e il costo inevitabilmente cambierà: mentre prima, per fare un esempio, tra le voci nello scontrino figurava il prodotto galenico per un costo di 105 euro più 30 di analisi ora, secondo la nuova tariffa, solo l’olio costerà 55 euro: una perdita insostenibile. I pazienti sono molto preoccupati e lo siamo anche noi. Il ministro si è mostrato disponibile a rivedere la tariffa nazionale dei preparati galenici, non solo della cannabis. Una notizia positiva ma adesso, tra l’estate e i tempi tecnici per riscrivere un decreto, cosa accadrà ai pazienti?».
Una domanda che era stata sollevata già la scorsa settimana dalle associazioni dei malati e dai rappresentanti di categoria che temevano un azzeramento dei preparati a base di cannabinoidi. Federfarma, Fofi (Federazione degli ordini dei farmacisti) e Utifar (Unione tecnica italiana farmacisti) hanno chiesto e ottenuto un tavolo tecnico con il ministero per trovare rapidamente delle soluzioni. Dopo un primo incontro, che ha registrato la disponibilità della ministra Beatrice Lorenzin, è stato rimandato e dovrebbe tenersi dei primi giorni della prossima settimana: «In occasione del nuovo tavolo tecnico – spiega Roberto Tobia tesoriere di Federfarma – metteremo al centro dell’obiettivo da raggiungere la professione del farmacista e la galenica che rappresenta uno degli aspetti centrali che meglio dà il senso della professione. La tariffa delle preparazioni galeniche magistrali è ferma dal 1993 e non è più rinviabile un aggiornamento. Anche il costo della cannabis sarà un argomento che verrà affrontato: c’è la volontà di andare avanti in tempi ristretti».
Intanto il problema rimane e tocca da vicino non solo i pazienti, ma anche le farmacie che, allo stato attuale, dovranno scegliere tra rimetterci di tasca propria o sospendere la vendita. «Noi vorremmo soddisfare le richieste – ribadisce più volte Amodeo -, ma non sappiamo come. Abbiamo delle scorte in laboratorio del principio attivo che dovremmo vendere a un prezzo inferiore a quello di mercato. Magari un’altra farmacia potrebbe decidere di finire queste scorte e poi dire ‘arrivederci e grazie’. Siamo in balia del ministero, ma era così difficile sospendere il decreto?». Un tema assai controverso, come riconosce anche Tobia: «C’è un problema oggettivamente difficile da interpretare. Sicuramente quello che sta accadendo non va nell’interesse della salute dei cittadini. È chiaro, però che la farmacia non può vendere sottocosto». Per il tesoriere di Federfarma, però, si deve attendere l’esito del nuovo tavolo: «Non vedo altre soluzioni – ammette – Da parte nostra c’è tutta la volontà di venire incontro ai pazienti, ma c’è un decreto del ministero che non può essere cancellato, il tavolo servirà proprio a questo. L’impegno del ministro è chiaro, siamo fiduciosi che si possa fare un passo avanti in tempi molti stretti».
Rimane l’interrogativo del perché, preso atto della complessità della situazione, al ministero non abbiano pensato di fare un passo indietro in attesa di riesaminare i listini. «Ad oggi su 7mila pazienti che ho in cura, 96 sono in terapia con sostanze cannabinoidi e per l’80 per cento di loro il farmaco è risultato efficace – afferma Monica Sapio responsabile dell’unità operativa della terapia del dolore del Buccheri La Ferla – Sono allarmata perché molti di loro hanno trovato grande giovamento, ed è una cosa inaccettabile. Nel frattempo qualcuno ne pagherà le conseguenze, anche perché il tavolo tecnico non si concluderà in un giorno. Il ministro ha messo la cannabis in un calderone, ma l’unico problema sociale riguarda i cannabinoidi che da oggi non si trovano. Mi pare – conclude Sapio – che ci sia una scarsa considerazione per il problema sociale».
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