«La situazione critica all’interno del canile comunale non è altro che l’emblema di un mancato controllo del territorio. Con la differenza che fino ad ora si è dato vita soltanto a interventi spot: solo sterilizzazione o microchippatura. Mentre quello che sta facendo la Lav, invece, è di mettere intorno a un tavolo tutte le istituzioni e le parti deputate a occuparsi di cani randagi». L’obiettivo, come spiega chiaramente Federica Faiella, responsabile Sequestri e adozioni della Lega anti vivisezione, è di garantire a tutti gli animali condizioni di benessere all’interno della struttura comunale e, allo stesso tempo, ridurne maggiormente il numero incentivando le adozioni. Attualmente, i cani gestiti dal Comune sono infatti 540: circa 200 si trovano ancora nei locali dell’ex Mattatoio, mentre gli altri nelle strutture convenzionate con il Comune.
Un numero, tuttavia, ancora elevato che ne rende difficile la gestione, resa ancor più complicata dal fenomeno degli abbandoni estivi che ha accentuato nelle ultime settimane il sovraffollamento delle gabbie. Emergenza che ora sta rientrando proprio grazie alla collaborazione avviata con la Lav che ha avviato il trasferimento di una parte degli animali in una struttura di propria fiducia, per poter essere poi adottati: in totale sono 32 i cani già trasferiti su un totale di 44. «L’attività di alleggerimento del canile rientra in un quadro più ampio che stiamo ponendo in essere a Palermo – prosegue Faiella -, l’anno scorso ci sono state delle polemiche legate alla gestione del canile. Il clima è poi tornato alla normalità, ma la situazione di emergenza è rimasta».
Una soluzione definitiva, tuttavia, si avrà soltanto quando saranno completati i lavori di ristrutturazione del canile di via Tiro a segno, con la realizzazione delle strutture a servizio delle future attività medico-veterinarie. Ma prima di allora, occorre far fronte all’emergenza quotidiana. Da qui l’idea di mettere l’esperienza, maturata dalla Lav in questo campo, a disposizione del Comune proponendo un progetto da realizzare con l’amministrazione nell’arco di dodici mesi. «Assieme ad altri esperti, abbiamo effettuato un’analisi del contesto a Palermo, e abbiamo stilato un piano di interventi che non riguarda solo il canile, ma serve anche a contenere e prevenire il sistema del randagismo». Tra i punti deboli evidenziati dai volontari, l’assenza, da parte del Comune di Palermo, «di un sistema di gestione efficace ed efficiente dei cani randagi presenti nel canile e liberi sul territorio: è come se fossero dei vasi comunicanti».
E ancora, ma ormai in via di risoluzione, la presenza di animali lasciati al sole e in box sovraffollati. «Con l’attività di prelievo dei cani e trasferimento in una nostra struttura di fiducia, unitamente all’allestimento di box per la degenza, al momento assenti ma che noi porteremo a breve, abbiamo sanato i punti più critici», assicura Faiella, anche se l’aspetto che forse più impensierisce la responsabile riguarda l’assenza di «una valida campagna di adozione» da parte dei gestori delle strutture convenzionate. Ma, anche su questo punto, Faiella preferisce sottolineare come le finalità del progetto sia rivolte ad affrontare prima i nodi più spinosi.
«Anche a quei cani verrà data la giusta visibilità – promette la responsabile Lav -, però deve essere chiaro che qui c’è una situazione di emergenza e per noi la priorità è il benessere degli animali e la possibilità che questi cani vadano in adozione. Tutte le difficoltà riscontrate hanno una soluzione – conclude – stiamo cercando di collaborare con l’amministrazione, che è ben disposta a seguire le nostre indicazioni per garantire una detenzione migliore dei cani e la loro adozione».
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