Vogliono vederci chiaro e dopo le «mancate risposte» del Comune hanno deciso di rivolgersi alla magistratura. Il Movimento Cinque Stelle torna ad accendere i riflettori sul canile municipale di via Tiro a segno, al centro questa estate di numerose polemiche, che avevano spinto animalisti e pentastellati a chiedere le dimissioni dell’assessore e dei responsabili della struttura. Sotto la lente di ingrandimento dei pentastellati l’attività di accalappiamento cani, effettuata dall’Agada di Trabia. Una vicenda, quella che ha riguardato l’associazione della provincia di Palermo fatta di via libera e dietrofront. Adesso per vederci chiari i grillini hanno presentato un esposto alla procura a firma della deputata alla Camera Chiara Di Benedetto.
«Dopo l’increscioso comportamento del Comune, che ha prima sospeso le attività di accalappiamento cani da parte dell’Agada, salvo poi tornare sui propri passi, revocando la revoca – afferma la parlamentare – noi continuiamo a volere vederci chiaro. Troppe sono le cose che non convincono e sulle quali chiediamo alla magistratura di indagare. Ad oggi non è dato di sapere quali siano i rapporti tra Comune ed Agada, posto che la fantomatica convenzione che avrebbe dovuto regolare i rapporti tra i due soggetti non esiste». Nonostante le ripetute richieste di accessi agli atti, infatti, Palazzo delle Aquile non avrebbe fornito chiarimenti. Adesso, però, i pentastellati vogliono capire se l’attività di accalappiamento da parte dell’associazione continui e accertare eventuali casi di maltrattamento degli amici a quattro zampe. Ma l’esposto mira anche ad accertare il numero e la razza dei cani prelevati a partire dal mese di maggio di quest’anno ed eventuali pagamenti effettuati dal Comune a favore dell’associazione.
«Vorremmo anche capire – continua a deputata – se l’associazione continua a prelevare cani dal territorio, cosa che ha fatto in passato senza che degli animali sia rimasta traccia, visto che i cani non sono mai passati dalla struttura di via Tiro a segno per la microchippatura, in barba ad ogni previsione di legge». L’Agada avrebbe intrattenuto rapporti anche con altri Comuni oltre a quello di Palermo. «Per accertarlo – afferma Di Benedetto – faremo richiesta di accesso agli atti in tutti i Comuni dove sono presenti consiglieri del Movimento».
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