«Il nostro modello di sviluppo resta quello sostenibile di
salvaguardia delle risorse paesaggistiche, naturalistiche e culturali, non quello dei mega
impianti fotovoltaici che deturpano e sconvolgono il territorio e la sua
biodiversità». Sono queste le parole con cui il vicepresidente Anci Sicilia Paolo Amenta ha commentato la notizia del parere positivo della valutazione di impatto ambientale (Via) da parte dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente per il progetto del mega-impianto fotovoltaico che potrebbe sorgere a due chilometri dal centro abitato di Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa. Il terreno di quasi 113 ettari lungo la strada provinciale 14 Maremonti, in località Cavadonna, è stato scelto dalla società romana Lindo Srl per installare una distesa di pannelli per un totale di 4.682 tracker (ogni tracker alloggia due filari con 20 moduli) con 187.280 moduli.
Già l’anno scorso, i Comuni interessati (Canicattini Bagni, Siracusa e Noto) avevano espresso un forte dissento alla realizzazione dell’impianto in una zona di prati e pascoli con alberi secolari su cui c’è anche il progetto di fare sorgere un Polo d’eccellenza Agroalimentare. «Purtroppo, le comunità e gli enti territoriali – aggiunge Amenta che è stato sindaco di Canicattini e, adesso, nella cittadina riveste il ruolo di presidente del Consiglio comunale – contano nulla, espropriati del diritto di scegliere e decidere del proprio futuro». Il progetto di Lindo «distruggerebbe l’ecosistema e la bellezza del territorio degli Iblei. Si tratta – aggiunge Amenta – di un impianto di business speculativo non per le attività produttive della zona o l’energia di casa, e che non alza nemmeno i livelli occupazionali. In sintesi – conclude – non porta nessun beneficio alle comunità interessate». In effetti, l’energia prodotta verrà veicolata, con un cavidotto interrato lungo dieci chilometri, alla cabina che verrà realizzata in località Casa Sant’Alfano (nel territorio di Noto). Da lì sarà poi immessa sulla rete di trasmissione nazionale.
I terreni su cui dovrebbe nascere l’impianto distano appena tre chilometri dalla riserva naturale integrale Grotta Monello e cinque chilometri da cava Cardinale, uno dei più profondi e suggestivi canyon degli iblei. Eppure l’area – che ha destinazione agricola, industriale e a verde pubblico – risulta libera da vincoli archeologici, idrogeologici, naturalistici, paesaggistici e di tutela dell’ambiente. Ciononostante la versione originale del progetto di Lindo aveva ricevuto parere negativo della Soprintendenza nel 2019. Vero che l’area non è sottoposta a vincoli ma «l’estensione dell’impianto – scriveva l’ente per la tutela dei beni – determina una elevata copertura con pannelli riflettenti di un’ampia porzione di territorio con conseguente mutamento delle caratteristiche culturali ed estetiche». Di fronte a questo, dalla società era arrivata la riduzione della superficie del 20 per cento. Fatta la modifica, il progetto ottiene il parere favorevole dalla Soprintendenza con alcune clausole tra cui quelli che i pannelli vengano realizzati «con una gamma cromatica compatibile con i colori del contesto». Adesso, la commissione tecnico-specialistica della Regione aggiunge che dovranno avere «un basso indice di riflettanza in modo da evitare l’effetto lago».
Non solo questioni estetiche e paesaggistiche, criticità sono state sollevate anche per quanto riguarda le emissioni di sostanze chimiche inquinanti e di polveri. Nel documento pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Regione si legge che saranno «di modesta entità, temporanee e pressoché circoscritte all’area di cantiere». Inoltre, viene precisato che l’impianto (la cui fase di costruzione è stata stimata in circa dieci mesi) «non è sede, nella sua fase di normale esercizio, di significative emissioni acustiche». Nell’impianto – il cui funzionamento non prevede la presenza di personale addetto – sono previsti tre accessi, una recinzione perimetrale, un sistema di illuminazione e la videosorveglianza. La pulizia è fissata con cadenza saltuaria e prevede il lavaggio dei pannelli fotovoltaici e il taglio dell’erba. Per questo, è stato annunciato anche un accordo con i pastori locali per fare pascolare le greggi di pecore ed evitare il ricorso a diserbanti chimici.
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