Da una settimana a Canicattì c’è stata un’impennata sulle vendite dei circuiti di videosorveglianza e degli allarmi antifurto che i titolari delle attività commerciali hanno installato all’interno dei locali. In aumento anche i contratti con le società di vigilanza privata che si sono ritrovate, addirittura, con pochi uomini per fronteggiare l’eccessiva richiesta di sorveglianza nelle ore notturne. Tutto questo a causa dei numerosi casi di microcriminalità che si sono registrati negli ultimi giorni nella città al confine tra le province di Agrigento e Caltanissetta e che, secondo gli investigatori, sono opera di un’unica mente.
Lunedì i malviventi sono entrati in azione subito prima della chiusura in una rivendita di tabacchi in via Fasci Siciliani, col volto coperto da un passamontagna e armati di coltello hanno intimato alla titolare di consegnargli tutto l’incasso della giornata: circa 2mila 500 euro. Martedì, invece, sono tornati a seminare il panico in un patronato. Intorno alle due della notte si sono introdotti all’interno degli studi del Fap e hanno portato via tutti i computer che erano collocati sulle postazioni di lavoro dei vari uffici.
La notte scorsa gli ennesimi colpi. Un’altra rivendita di tabacchi presa di mira, questa volta però a saracinesca chiusa che hanno cercato di aprire con una fiamma ossidrica, ma grazie al fiuto di un cane che gironzola per il quartiere e che si è messo ad abbaiare cercando di attirare l’attenzione, hanno desistito abbandonando l’idea del furto. Cane che però non hanno trovato in casa di un imprenditore ormai in pensione e che vive nei pressi di Largo Aosta, stazione di partenza di pullman e taxi. I ladri sono entrati in casa dell’83enne e hanno messo a soqquadro tutte le stanze, riuscendo a trovare solamente una banconota da cento euro. Mentre erano intenti a rovistare, però, è arrivato il proprietario che ha aperto la porta e si è trovato davanti i due incappucciati. L’anziano ha ben pensato di richiudere la porta a chiave e di chiamare il 113 ma nel frattempo i due sono riusciti a calarsi dal balcone, al quarto piano e, a scappare facendo perdere le proprie tracce.
Andando indietro nel tempo, a circa due settimane fa, un altro caso criminalità. Due uomini, un diciassettenne e un trentanovenne armati di pistola avevano preso di mira un portavalori che da poco aveva lasciato la filiale di una banca. Il conducente del mezzo si è insospettito quando ha notato un’auto che lo seguiva e che a ogni fermata posteggiava e ripartiva non appena il furgone riprendeva la marcia e ha deciso di chiamare la polizia che con l’ausilio dei carabinieri della vicina Naro e dell’elicottero dell’elinucleo di Palermo che era in zona per un controllo antidroga, sono riusciti a bloccare l’utilitaria sulla statale 410 in direzione Naro. Dopo essere stati identificati dalle forze dell’ordine, uno dei due malviventi è riuscito a scappare tra le campagne a ridosso della statale, ma l’indomani si è presentato in caserma per costituirsi ed è così scattato il provvedimento immediato di custodia nei confronti dell’uomo, Mario Rizzo, richiesta dal pm del tribunale di Agrigento Santo Fornasier e firmata dalla gip Alessandra Vella. Il 39enne dovrà rispondere di tentata rapina e dovrà rendere conto di una pistola rubata a Fiumefreddo, in provincia di Catania, qualche giorno prima.
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