Candidati sindaco a confronto con gli scout Legalità, ambiente e giovani i temi affrontati

Una grande sala, cinque candidati sindaco (alternatisi in vari momenti) e un centinaio di scout. L’incontro di ieri tra i giovani della Zona etnea liotru e gli aspiranti primo cittadino è stata curata fin nei minimi dettagli. Dagli articoli di cronaca a supporto delle domande, ad un piccolo video con i pareri dei ragazzi su Catania. Al termine è stato consegnato anche un rapporto dettagliato, uno studio sulla percezione della città degli elettori che per la prima volta si recano alle urne e di chi lo potrà fare tra pochi anni. Assente anche in questa occasione la candidata del Movimento 5 stelle Lidia Adorno, il dibattito è stato moderato dal condirettore di CTzen Salvo Catalano.

Il primo macro-tema riguarda l’ambiente e, nello specifico, la raccolta differenziata. Matteo Iannitti si concentra sulla strategia rifiuti zero. «Non possiamo concentrarci solo sulla raccolta che è un costo per il Comune». Ridurre la quantità di rifiuti e utilizzarli come strumento per fare cassa. Punta poi il dito contro le discariche private, argomento sul quale trova d’accordo tutti i candidati. «Per ogni euro di Tarsu pagata dai cittadini – spiega Tuccio D’Urso – 45 centesimi vanno ai proprietari degli impianti e con i restanti 55 vengono mal pulite le strade». Poi definisce una «porcheria istituzionalizzata» non pesare la spazzatura all’ingresso nelle discariche. Di porta a porta, premi per chi differenzia di più e abbassamento dei costi di conferimento parla Enzo Bianco che descrive anche l’esempio di Salerno, città che ha raggiunto il 75 per cento di differenziata. Raffaele Stancanelli annuncia a breve l’apertura della seconda isola ecologica e si difende dalle critiche affermando che nelle città settentrionali il sistema della differenziazione dei rifiuti è partito negli anni ’90, a Catania nel 2009. Ma Bianco, punto sul vivo, replica che già nella sua amministrazione, nel 1998, era in atto un sistema di questo genere che aveva raggiunto la soglia del 14 per cento.

Il tema della mobilità sostenibile vede tutti i candidati concordi nell’affermare che
serva maggiore spazio alle piste ciclabili. Iannitti propone di rendere più stringente la chiusura del centro storico nonostante le proteste dei commercianti; D’Urso lancia l’idea di elettrificare l’intero parco autobus per farli muovere sfruttando l’energia solare e risparmiando secondo i suoi calcoli sei milioni di euro finora spesi in carburante. Per Bianco è prioritario finire le tre tratte della metropolitana già avviate i cui cantieri sono al momento fermi, mentre Stancanelli fa notare come il Piano generale del traffico urbano approvato dalla sua amministrazione permetterà di potenziare il sistema di trasporto disincentivando l’uso delle auto private.

Anche sul problema degli spazi verdi tutti gli aspiranti sindaco s’impegnano a fare di più. Attraverso gli orti sociali (Iannitti), impiegando il corpo della Forestale (D’Urso). Il sindaco uscente riconosce la gravità della situazione che – sostiene – ha dovuto gestire con difficoltà anche nell’ordinaria amministrazione. Ma difende due dei progetti più criticati negli ultimi mesi: piazza Lincoln e piazza Europa. E fa un paragone – «I parigini, quando videro la torre Eiffel inorridirono» – che scatena qualche risatina nel pubblico.

Enzo Bianco lascia l’incontro quando tocca ad un altro argomento caro agli scout: le politiche giovanili. La dispersione scolastica secondo Matteo Iannitti va combattuta attraverso il mantenimento dei presidi nel territorio. Difendere le scuole nei quartieri popolari, per il candidato della lista Catania bene comune è vitale, così come la concertazione tra gli enti coinvolti (Comune, Provincia e Regione). D’Urso si concentra anche sulle ragioni dietro l’abbandono, quindi punta su aiuti alle famiglie e lotta all’abuso giovanile di droghe e alcool. Sul fronte della disoccupazione giovanile, Iannitti sostiene che servono sportelli comunali più efficienti e maggiori controlli di quelle attività – come pub e ristoranti – nei quali i ragazzi verrebbero pagati in nero e sfruttati. Per D’Urso una soluzione può venire dagli strumenti offerti dalla zona franca urbana di Librino, quartiere dove sarebbero inutilizzati circa 400 appartamenti, ma Raffaele Stancanelli sostiene che al momento non vi sono bandi europei che permettono lo sfruttamento di questi beni.

Anche il rapporto tra l’amministrazione comunale e le associazioni cittadine coinvolge direttamente i giovani presenti all’incontro. Tuccio D’Urso sostiene il modello della Protezione civile che permette una sinergia ottimale tra le realtà che la compongono. Secondo Matteo Iannitti nel corso delle varie sindacature «ci sono state associazioni di serie A e di serie B», in base all’area politica di riferimento e l’amministrazione in carica. Per quanto riguarda l’ultimo periodo, il giovane candidato fa il paragone tra il centro Cervantes (notoriamente di estrema destra) e gli animatori del campo San Teodoro (più vicini alla sinistra). Un piccolo botta e risposta coinvolge anche i ragazzi in sala quando Iannitti sostiene che Stancanelli abbia favorito la sua area politica di riferimento a discapito dell’associazione che opera a Librino. Il sindaco uscente, dal canto suo, smentisce e sorprende un po’ tutti affermando di aver incontrato più volte i membri dei Briganti e di aver fatto visita al campo, «senza giornalisti al seguito» precisa con una piccola nota polemica nei confronti di un’altra visita, quella del procuratore Giovanni Salvi. Testimoniata però da CTzen quasi per puro caso, come spiega Salvo Catalano, vista la sua presenza a seguito della Carovana antimafie.

I giovani scout si scaldano invece quando si tocca il problema della legalità. D’Urso, candidato con la lista Aggiusta Catania, solleva parecchie critiche quando difende la pratica dei posteggiatori abusivi: «Di cosa vivrebbe questa povera gente?», chiede tra mormorii sempre più forti. «Il parcheggiatore – spiega – è l’espressione della mancanza totale di lavoro». Secondo l’ingegnere si tratta di un «falso problema». Sulle motivazioni che stanno dietro al problema parla anche Maurizio Caserta, intervenuto nell’ultima parte dell’incontro. Ma «parcheggiatori e venditori abusivi sono anche uno strumento di controllo del territorio da parte della criminalità». Concorda con il docente Stancanelli, secondo cui solo la repressione non basta. Altro tema caldo è la presunta presenza della mafia nell’organizzazione della festa di Sant’Agata. Per Iannitti – così come per gli altri tre candidati presenti – non bisogna criminalizzare i devoti, ma chi lucra sulla festa. «Ci sono interessi troppo forti e dobbiamo coinvolgere anche la Curia». Tuccio D’Urso rilancia l’idea di aumentare i giorni dedicati alla patrona da tre a cinque-sei. Parzialmente d’accordo Caserta, che propone invece di creare un festival di eventi collegati alle festività agatine.

Altra variazione alla formazione nel tavolo dei relatori, con l’abbandono di Raffaele Stancanelli. Alla domanda dei ragazzi su quali siano le risorse da sfruttare, D’Urso punta sul Teatro greco e ad una stagione di eventi che abbia inizio a febbraio e termini a ottobre. Caserta, invece, spiega come sia essenziale garantire a tutti i quartieri di Catania gli stessi standard e servizi. Sulla questione del decentramento, Iannitti afferma che «le municipalità sono oggi i parcheggi dei galoppini dei candidati». Per lui bisognerebbe trasformarle in realtà più partecipate come «grandi assemblee di condominio». D’Urso eliminerebbe queste strutture, Caserta punterebbe ad un loro rilancio.

Un’altra domanda posta dagli scout riguarda i luoghi di svago in città. «E’ triste come una città come Catania abbia solo posti a pagamento», afferma il candidato di Catania bene comune che parla anche dell’esperienza del centro popolare occupato Experia, sgombrato nel 2009. L’ingegnere di Aggiusta Catania, invece, rilancerebbe la movida nel centro storico, proteggendo acusticamente le abitazioni. Ma con una condizione essenziale: niente alcool. «Stanno distruggendo una generazione», tuona. Il porto e le barriere che lo cingono è l’ultimo tema trattato e tutti concordano su una sua liberazione e la conversione a bene da sfruttare a livello turistico.

 

[Foto di Vito Chiofalo]

Carmen Valisano

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