Buste piene di spesa in cambio di voti. Almeno secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, che hanno iscritto nel registro degli indagati il nome di Stefano Pellegrino. Deputato regionale eletto nella lista di Forza Italia e presidente all’Assemblea regionale siciliana della commissione Affari istituzionali. Il politico, che fa parte anche della commissione Antimafia, è accusato di corruzione, senza l’aggravante di avere favorito Cosa nostra, nell’ambito di un’inchiesta condotta dai carabinieri di Trapani che oggi ha portato al fermo di tre imprenditori. Gli stessi che, secondo i pm, avrebbero favorito la latitanza del boss Matteo Messina Denaro.
In manette, nell’inchiesta ribattezza Mafia Bet, è finito il 39enne Calogero Jonn Luppino. Originario di Campobello di Mazara, in provincia di Trapani. Considerato in ascesa nel settore delle scommesse e non solo. Nel suo passato recente c’è anche l’impegno in politica e nell’assistenza ai migranti. L’uomo, insieme allo zio 60enne Salvatore Giorgi, avrebbe sostenuto la candidatura all’Ars di Pellegrino, su imbeccata dal carcere di Franco Luppino. Sullo sfondo della forza imprenditoriale acquisita da Calogero Luppino sul territorio ci sarebbero stati i legami con Cosa nostra e in particolar modo con le famiglie di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Castelvetrano. A essere arrestato è stato anche Francesco Catanalotto, ritenuto collegamento tra Luppino e i vertici mafiosi di Castelvetrano, anche per la vicinanza a Rosario Allegra, uno dei cognati di Messina Denaro. Di Luppino ha parlato il collaboratore di giustizia Lorenzo Cimarosa.
Tra le mani degli inquirenti ci sono diverse intercettazioni che fanno riferimento al deputato Pellegrino. «L’altro giorno avevo parlato con Mario Giorgi, c’era Stefano Pellegrino, diciamo che vi voleva incontrare so che tu sei fuori per ora», faceva sapere un uomo al 39enne imprenditore. Luppino dal canto suo avrebbe dato la propria disponibilità: «Se c’è da dare una mano di aiuto a qualche amico, meglio avere amici che avere nemici». Alle parole Luppino avrebbe fatto seguire i fatti, finendo anche per disimpegnare dei voti che erano stati promessi a un altro candidato alle Regionali, Toni Scilla, facendo esplicite richieste ad altri commercianti attivi nel settore delle slot e ritenuti vicini alla criminalità organizzata. «Non fare più riunioni con Scilla, non fare più niente con nessuno ed inizia… perché ti porto i fac-simile e pure i manifesti. Noi siamo andati avanti, e facciamo continuare ad andare avanti con Stefano qualsiasi cosa serve».
Agli elettori invogliati a votare Pellegrino, che alle Regionali ha preso complessivamente più di settemila preferenze, sarebbero andati generi alimentari. «A fine ottobre vero che gli portai la spesa pure a loro», dice, non sapendo di essere ascoltato dai carabinieri.
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