L’amministrazione guidata da Salvo Pogliese lo aveva definito «un gioiello dell’impiantistica etnea», con l’aspirazione di poter diventare uno dei primi regali da fare alla città per il 2022. Purtroppo, però, per il nuovo campo scuola di via Grasso Finocchiaro, nel quartiere Picanello, bisogna ancora attendere. I lavori all’impianto che conta un campo di atletica leggera in cui si potranno svolgere anche discipline come il lancio del giavellotto e del peso, sono ancora fermi. La consegna della struttura doveva essere prevista per settembre del 2021 ma, a causa della morte improvvisa del proprietario della ditta aggiudicataria dei lavori, il Comune ha dovuto chiamare in causa la società arrivata seconda in graduatoria. Dal valore di un milione di euro, gli interventi nel plesso sportivo prevedevano il rifacimento della nuova pista, col nuovo tappeto di copertura, e la riqualificazione delle tribune e degli spogliatoi. Nel 2021 c’era la speranza di vedere il campo scuola inaugurato per ospitare le gare per il campionato italiano di pentathlon e lanci di prova dei 10mila metri su pista. Col 2022, la fotografia dell’impianto è ancora quella di un cantiere a cielo aperto.
La ditta che ha vinto l’appalto, dopo la morte del proprietario, come se non bastasse, ha dichiarato fallimento. Il Comune, quindi, ha rescisso il contratto e consultato la società che dovrebbe concludere le opere. «Fortunatamente, l’80 per cento dei lavori è completo – afferma a MeridioNews Sergio Parisi, assessore agli impianti sportivi – Nel frattempo è stato fatto un sopralluogo e dobbiamo attendere i tempi necessari per riprendere i lavori». Da quanto ha illustrato il componente della giunta del sindaco Salvo Pogliese, attualmente sospeso dalla carica di primo cittadino, adesso il futuro sembra un’incognita, almeno per quanto riguarda i tempi di consegna. Tutto nell’attesa di sapere se la ditta che dovrebbe subentrare sia disponibile a concludere le operazioni. «Non ci dovrebbero essere problemi, ma usiamo il condizionale – precisa Parisi – Dal canto nostro, stiamo facendo il possibile per consegnare l’impianto alla città, anche il segretario generale ci sta aiutando a espletare i passaggi». Una volta completato il rifacimento della pista, adesso mancano le strisce e i cordoli, oltre a dovere ultimare gli interventi per le tribune, bisogna mettere a punto l’illuminazione. Nell’attesa che dopo oltre due mesi si rivedano gli operai nel cantiere, Parisi assicura che campo scuola «non sarà un’incompiuta – afferma – Se la seconda ditta non sarà disponibile, scorreremo in graduatoria. In città stiamo svolgendo un grandissimo lavoro per il rilancio degli impianti sportivi: il campo scuola è un’opera a cui teniamo e stiamo lavorando affinché potremmo consegnarla prima possibile».
La struttura è uno degli impianti pubblici che, negli anni Settanta, secondo l’iniziativa del governo, dovevano servire a portare l’atletica nelle grandi comunità. Oggi, gli sportivi catanesi si scontrano con la penuria di impianti pubblici. E – come nel caso del campo scuola – anche laddove ci fosse la possibilità di utilizzarle, gli sportivi e associazioni devono fare i conti con diverse criticità e problemi strutturali. A fare il punto sugli impianti di atletica a Catania e provincia è il campione Francesco Scuderi. L’atleta, ritiratosi dai riflettori agonistici, si è distinto nello sprint puro, primeggiando sui 100 e 200 metri, con la conquista di una medaglia di bronzo ai mondiali giovanili di Sydney del 1996. Dopo avere concluso 22 anni di carriera con dieci titoli italiani assoluti, Scuderi adesso prova a trasferire la sua passione alle figlie. «Quella di Massannunziata (frazione di Mascalucia, ndr) è una delle pochissime strutture pubbliche dove si può svolgere attività sportiva – osserva Scuderi a questa testata – e in cui, nonostante la mancanza di illuminazione e in un perenne stato di emergenza, tanti sportivi e società stanno continuano a fare sport nonostante i sacrifici. A Catania non abbiamo un impianto pubblico a norma e omologato, così ci sono tanti ragazzi che fanno sport nell’abbandono più totale».
Scuderi, sgomberando il campo dalle accuse, sottolinea come la responsabilità non dovrebbe essere attribuita soltanto alla politica. «Entro soltanto all’interno degli ambiti di mia competenza – evidenzia lo sportivo – Mi rivolgo agli organi politici e ai vertici della federazione provinciale e regionale di atletica: mi chiedo cos’hanno fatto negli ultimi anni, non ho visto un’azione, un progetto per sostenere i tanti che vogliono fare atletica leggera. Non si sa cosa hanno fatto sul territorio». Lo sportivo non manca di manifestare «il rammarico e la frustrazione nel vedere un ambiente che va avanti col sacrificio di dirigenti e con il coraggio anche di molte famiglie che accettano i compromessi – conclude Scuderi – Vorrei chiedere ai vertici federali della Fidal se esiste un cronoprogramma preciso. Oggi l’alternativa è quella di fare riferimento a una struttura privata, con buona pace dei campo scuola, nati per incentivare l’atletica leggera».
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