Campo San Teodoro, i volontari replicano al Comune «Siamo l’origine del “rammendo”, non un suo prodotto»

«L’intervento di progettazione del gruppo G124 di Renzo Piano ha attirato improvvisamente l’attenzione dei nostri amministratori sul Campo San Teodoro Liberato, cosa assolutamente positiva, ma che forse poteva avvenire negli scorsi anni, anni ricchi di encomi per il lavoro svolto dai volontari, ma povero di reali azioni di supporto». A pochi giorni dall’apertura delle buste per il bando di assegnazione della struttura sportiva di Librino, che li vede unici partecipanti, rispondono così i volontari del Comitato che dal 2012 autogestisce la struttura abbandonata a un comunicato stampa del Comune di Catania di giorno 10 dicembre. Nel testo l’amministrazione esprimeva la soddisfazione per la fine del progetto di Rammendo urbano voluta in tre periferie simbolo di Catania Roma e Torino dall’architetto e senatore e vita. In questi giorni sono stati anche avviati alcuni lavori di messa in sicurezza di una delle collinette adiacenti al campo, sponsorizzati dall’azienda Tecnis, e che consentiranno di ampliare l’area dedicata agli orti urbani, operativi già nel febbraio 2013. Per l’amministrazione comunale però «gli orti urbani sono un esperimento nato dal basso nell’ambito dell’operazione di rammendo, ma che fa parte del progetto lanciato da Bianco e che prevede la realizzazione a Librino di un parco con orti e frutteti urbani tra i più grandi d’Europa». Una acquisizione di meriti d’altri che non è piaciuta alle associazioni sportive – Briganti e Sguna Rossa di rugby – che utilizzano già l’impianto, agli ortolani, ai ragazzi della Librineria, del Centro Iqbal Masih, del circolo Faber e delle scuole che compongono il comitato.

«Questa piccola grande esperienza autogestita che rappresenta l’origine dell’idea del “rammendo”, e non certo un suo prodotto. Vogliamo sottolineare – scrivono i membri del Comitato Campo San Teodoro in una lettera -, che il progetto degli orti sociali nasce già nel 2012, grazie al lavoro di chi ha messo tempo, denaro ed energie affinché una distesa di argilla diventasse quello che adesso è una delle più significative esperienze del genere in tutta la città. Come non ricordare i ragazzi di Terre Forti che hanno portato i primi attrezzi, Siqillyah per le sementi e per i preziosi consigli, gli abitanti del quartiere per la loro capacità di sognare e di realizzare qualcosa di unico e prezioso, che bisogna assolutamente difendere e diffondere».  

I membri del comitato accolgono però l’auguri espresso nel comunicato del 10 dicembre dal sindaco di Catania Enzo Bianco. «Come non condividere i propositi del sindaco Bianco! Tutti noi sogniamo che si realizzi a Librino un “parco con orti e frutteti urbani tra i più grandi d’Europa” – scrivono i volontari – A tal proposito, invitiamo l’Amministrazione a sostenere le altre iniziative autonome che vedono protagonisti centinaia di catanesi impegnati nel recuperare luoghi della città altrimenti destinati all’oblio, spazi sociali, teatri, piazze, impianti sportivi, senza aspettare che qualcuno venga “da fuori” a valorizzarle, ma semplicemente perché è un atto di civile responsabilità, che deve andare al di la di qualsivoglia ritorno se non quello del bene comune», conclude il comitato Campo San Teodoro Liberato.

Redazione

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