È in corso al campo San Teodoro di Librino il campo di lavoro antimafia organizzato da Cgil, Spi e Arci. Undici giorni – l’inaugurazione si è tenuta il primo agosto – tra lavoro manuale e incontri di formazioni su temi di respiro sociale, coordinati da un gruppo di giovani volontari. «È il terzo anno per questa esperienza e la mediazione della cittadinanza è fondamentale, ormai sappiamo che la gente del posto d’estate ci aspetta», spiega Giorgia Italia responsabile comunicazione Arci per l’evento. E aggiunge: «Gli anziani ci osservano, i ragazzi partecipano alle attività e quando andiamo in giro per il quartiere notiamo una bella volontà di condivisione da parte loro».
Lavori negli orti sociali per realizzare impianti di irrigazione e recinzioni, ristrutturazioni dentro il campo nel quale si allena la squadra di rugby dei Briganti e manutenzione nelle parti esterne. Ma anche incontri di formazione su temi legati ai vari aspetti della mafia e dell’antimafia. A partecipare sono 35 giovani volontari di età compresa tra i 16 anni e i 27, provenienti non solo dall’hinterland etneo ma da tutto il mondo. Quest’anno alle attività organizzate da Cgil, Spi e Arci anche ragazzi brasiliani e spagnoli. «I ragazzi vivono il lavoro sul campo e i momenti di riflessione in maniera diversa tra loro, ma proprio per questo si creano importanti sinergie», spiega Italia.
Il programma degli incontri di formazione è ricco e abbraccia tante sfaccettature dello stesso argomento: la lotta a Cosa nostra. La Cgil ha organizzato un seminario sui beni confiscati, la comunità di San Teodoro uno sugli spazi sociali, lo Spi sullantimafia e l’Arci sull’antimafia sociale e la legalità. «Parliamo per la precisione di beni sottratti alle istituzioni e restituiti alla cittadinanza, secondo un’altra logica di confisca». A queste attività si aggiunge un diario di bordo – redatto quotidianamente da volontari ed esposto in un programma radiofonico targato Arci – e un’esperienza di teatro sociale. «A impreziosire l’ultima giornata due personalità che conoscono bene la lotta alla mafia: Antonella Azoti (figlia del sindacalista Nicolò, ucciso dalla mafia negli anni Quaranta, ndr) e Innocenzo Mascali (lavoratore dell’azienda confiscata La.Ra) per Libera», conclude Italia.
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