Campioni del mondo

I segnali erano promettenti. L’anno corrente a noi catanesi ci aveva già regalato l’emozione della serie A dopo ben 24 anni circa di attesa… il 1982 vi ricorda qualcosa? Ebbene sì, l’ultima vittoria dell’Italia al Mondiale. Ed ancora, chi ci privò dell’onore di vincere in casa per Italia ’90? La Germania… dovevamo restituire loro la cortesia, no? Infine, con quale maglia la squadra francese ci ha sempre usurpato il titolo? Con quella azzurra, finalmente stasera toccata ai Fratelli d’Italia! Tutto era indice di una vittoria imminente, anche se sofferta, come ogni cosa che conti e valga davvero.

 

Uno striscione spicca nello stadio a Berlino: “Menù del giorno: Galletto in salsa azzurra”. Ebbene, ecco svelata la ricetta passo dopo passo. Ore 20 ha inizio il grande evento. Al quinto gli spaesati azzurri vanno “nel pallone” ed è rigore dal dischetto, l’ultimo glorioso tiro di Zidanne, un “cucchiaio” che ha la (s)fortuna di cadere mezzo metro dentro la linea della nostra porta. La Francia è in vantaggio, ma per soli 12 minuti. Materazzi, infatti, quasi per farsi perdonare il rigore subito si staglia come un gigante con uno stacco maestoso e il cielo sopra Berlino torna ad essere un po’ più azzurro. Queste le due azioni significative, seguite da altre rilevanti ma non concretizzate, come la traversa e il fuorigioco di Toni. Un secondo tempo scandito dall’accanimento dei tifosi d’oltralpe e due supplementari macchiati dal “folle”, inaudito,  ancora inspiegabile atto del capitano francese ai danni del protagonista della serata Materazzi: una testata in pieno petto quasi a volerlo accusare della loro mancata vittoria. Questa verrà infine legittimata battendo i calci di rigore con lucidità e precisione da parte degli azzurri. Fatale lo sbaglio di Trezeguet (che ci ha restituito – con 6 anni di interessi- quanto ci aveva tolto all’Europeo 2000). L’Italia è Campione del Mondo, da quella distanza di 11 metri che ci aveva sempre tenuti lontano dal trionfo. Tirato, sofferto, dipinto negli occhi di Grosso: il suo penalty è decisivo. Ed è scacco matto in sei mosse.

 

Commenti a caldo di alcuni dei nostri eroi. “E’ stata una vittoria stupenda. Siamo contenti di essere riusciti ad alzare la Coppa al cielo. Mi dispiace solo di aver avuti tanti infortuni ma sono felicissimo di aver vinto comunque il Mondiale. E’ stata la vittoria di un grande gruppo” – A. Nesta; “Mancava la consacrazione in azzurro: adesso l’abbiamo avuta. Siamo felici, questa è la cosa più importante. I rigori? Ero molto emozionato: per fortuna è andata bene” – F. Inzaghi; “Siamo uniti, volevamo questa vittoria, la volevamo dall’inizio. E’ una soddisfazione indescrivibile” – F. Grosso; “Siamo contenti: godiamoci questo momento importantissimo. Lo scandalo calcio? Per noi juventini non è stato facile sentirsi dare dei “ladri”: abbiamo cercato di non pensarci e di concentrarci solo sul Mondiale – queste le parole di G. Zambrotta.

 

Risuonano le parole d’augurio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha così incitato gli azzurri a poche ore dalla finale “Sappiamo che i nostri giocatori sono straordinari, ma oggi quello che conta è solo vincere”. Rimbomba la promessa di Gigi Buffon, proclamato miglior portiere dei mondiali, alla fidanzata Seredova: “Se vinciamo la Finale, ti voglio sposare”. Risalta la danza tribale dei mezzi busti azzurri attorno ad un argentino accolto dalla Madre Italia, che risponde al nome di Camorranesi, intenti nell’adempiere al risultato felice, atteso, sperato di una scommessa: un taglio di capelli in cambio della coppa di Campioni del Mondo!

 

Per le emozioni ineffabili di questa notte, che rimarranno indelebili nei cuori di tutti coloro hanno avuto l’onore e l’orgoglio di esserci, bisogna essere grati ai 23 campioni del mondo. A tutti e 23, nessuno escluso e nessuno in particolare perché ci hanno dimostrato con i fatti che una grande ovvietà che ci siamo spesso sentiti ripetere, “a vincere è il gruppo”, talvolta può diventare una non ovvia realtà. Ed inoltre il commissario tecnico Marcello Lippi, artefice di questo piccolo miracolo, testone e caparbio nel credere in questo gruppo, ostinato nelle sue scelte anche quando tutto il mondo gli chiedeva altro, bravo a preparare le partite, bravissimo a leggerle (si può dire che non abbia sbagliato una sostituzione), furbo nel trattare con il “mondo esterno”, preparato e competente. “Grazie a questi fantastici giocatori, al loro carattere, alla loro grinta e al loro cuore. Io ho avuto la fortuna di vincere la Champion’s League e vari scudetti , ma una gioia ed una soddisfazione così immense non le avevo mai provate!”. Un gran bell’esempio di solidarietà e umanità, sopratutto quando a muoverlo è la forza e voglia di riscatto per la vita di un grande compagno.

Dedicato a Pessotto.

Benedetta Motta

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