La separazione, come previsto, è finita in tribunale e adesso, trascorsi quasi due mesi, si è arrivati al primo giro di boa. Sotto la lente d’ingrandimento c’è sempre la spinosa vicenda delle Camere di commercio siciliane e in particolare la scissione di Siracusa e Ragusa da Catania. L’addio, con accorpamento alla sede centrale di Trapani insieme ad Agrigento e Caltanissetta, si era consumato lo scorso 19 gennaio con il decreto di nomina, da parte del ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, di due commissari. Gli stessi, Massimo Giuffrida e Giuseppe Conigliaro, che adesso sono stati stoppati da un decreto del Consiglio di giustizia amministrativa pubblicato questa mattina e firmato dalla presidente Rossana De Nictolis.
A presentare ricorso contro la nomina dei commissari, che di fatto aveva fatto tramontare l’ipotesi di una super Camera di commercio della Sicilia orientale, sono stati i consiglieri Riccardo Galimberti, Giosuè Catania e Sebastiano Molino, tutti assistiti dall’avvocato amministrativista Agatino Cariola. «Può ritenersi provato – si legge nel decreto del Cga – che la nomina dei commissari non è stata preceduta da un provvedimento di istituzione delle due nuove Camere di commercio». Una mancanza documentale che, secondo il ministero, era stata superata dalla validità del principio dell’esecuzione diretta di una norma nell’istituzione dei nuovi organi camerali. Secondo i giudici quest’ultimo principio non sarebbe valido poiché «la legge richiede operazioni attuative come accorpamento e ridefinizioni delle circoscrizioni territoriali che non sono compiute direttamente della legge».
Ecco perché le due nuove Camere di commercio dovevano essere istituite «mediante provvedimento amministrativo». La nomina dei commissari, invece, «costituisce una inusuale inversione logica e giuridica». Per il Consiglio di giustizia amministrativa l’attuale organizzazione è da ritenere dannosa «per l’interesse pubblico». I due nuovi commissari, Giuffrida e Conigliaro, per i giudici «non sono in condizioni di operare e possono determinarsi tra loro conflitti di competenza positivi o negativi fino a quando non vengano esattamente definiti i confini territoriali delle due nuove Camere di commercio». La partita è tutt’altro che chiusa.
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