Caltanissetta, viaggio nel centro storico che si sbriciola La resistenza dei residenti tra topi, rifiuti e zone chiuse

A Caltanissetta il quartiere Provvidenza cade a pezzi. Letteralmente. È uno dei più antichi, e allo stesso tempo anche tra i più degradati, angoli della città. Una storia che si perde, tra immondizia, ratti e vecchie vasche in amianto, mentre i crolli di case abbandonate sono ormai all’ordine del giorno. Gli utlimi, in ordine di tempo, i due di giovedì sera. Eppure tra quelle vecchie mura i residenti non si perdono d’animo e non smettono di lavorare per rendere più bello il loro quartiere. 

Il crollo di due edifici abbandonati, giovedì sera, in via Abba e in via Firenze, fa paura ma gli abitanti non si arrendono e girano per le vie della Provvidenza per capire cosa c’è da sistemare, per vedere se qualcuno ha bisogno di aiuto, e anche per aiutare le tredici persone evacuate (due famiglie e una comunità di marocchini) a prendere le loro cose prima di lasciare le abitazioni. Maria Teresa Amico, Carmen Frau e Ilaria Vitello fanno parte dell’attivissimo comitato di quartiere e spiegano che è proprio grazie al loro impegno, a quello del parroco Salvatore Lovetere e del presidente del comitato Vittorio Gallo, che molti angoli sono stati ripuliti. «Aiutiamo le persone che hanno bisogno – spiegano Amico e Vitello – a volte facciamo delle feste per rendere vivo il quartiere. Al momento alcuni abitanti hanno paura per via di questi crolli, soprattutto perché molte strade sono chiuse dai muri, il che renderebbe difficoltosa una eventuale fuga. C’è anche un problema di natura igienico-sanitaria perché c’è immondizia, ci sono ratti, e i bambini continuano a giocare per strada anche nelle vicinanze degli edifici crollati». 

Proprio sul problema della spazzatura, il comitato è intervenuto facendo ripulire e poi chiudere molti bassi. «Purtroppo sui rifiuti per strada non possiamo fare nulla – continuano le volontarie -. La bonifica deve essere fatta dal Comune e in alcuni casi, dopo nostri mesi di lotte, hanno tolto amianto ed eternit. Ora noi chiediamo che vengano abbattute le case abbandonate e pericolanti. La difficoltà è risalire ai proprietari, alcune contano anche 25 eredi sparsi in tutto il mondo». 

La Provvidenza a tratti sembra un quartiere bombardato. In alcuni punti non è possibile passare da una parte all’altra della strada, vista la presenza di muri costruiti ai fini della sicurezza ma che in realtà hanno contribuito alla proliferazione di degrado e immondizia. «La questione Provvidenza, a Caltanissetta – spiega Leandro Ianni, presidente regionale di Italia Nostra – coincide con la questione centro storico. Ovvero siamo di fronte a un disastro storico-urbanistico perpetrato, nel tempo, ad opera delle amministrazioni comunali che si sono succedute dagli anni ’60 in poi. Oggi siamo al disfacimento fisico e sociale di questo storico e peculiare quartiere della città. Manca un piano organico di recupero-rigenerazione del centro storico. Manca un piano particolareggiato del quartiere Provvidenza». 

Ianni sottoilinea come esista «un progetto pilota di recupero e rigenerazione di due isolati del quartiere, ma – continua – le ultime due amministrazioni comunali (Campisi e Ruvolo) non sono riuscite a realizzare alcunché. E, molto probabilmente, il consistente finanziamento erogato dal ministero delle Infrastrutture si è perso. Che altro dire?». 

Intanto sull’attuale emergenza il sindaco Giovanni Ruvolo ha dichiarato che, «il crollo in via Firenze è avvenuto in un’area perimetrata e interdetta e quindi tutto è accaduto in sicurezza. Per quanto riguarda la palazzina di via Abba – ha aggiunto – abbiamo incontrato il proprietario che inizierà privatamente a fare dei lavori di puntellamento e dunque anche lì l’emergenza è risolta». Il primo cittadino ha parlato anche di un piano più complessivo. «È chiaro – ha detto – che ci vuole un lavoro complessivo quindi contatteremo tutti i proprietari per la messa in sicurezza degli edifici pericolanti e attraverso progetti di riqualificazione, tramite lo Iacp recupereremo 13 unità. Abbiamo poi incentivato, tramite azzeramento degli oneri di urbanizzazione e abbattimento fino all’80 per cento chi ristruttura o riqualifica abitazioni o attività del centro storico».

Rita Cinardi

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