«Datemi una data certa, anche un mese in più, ma che venga rispettata, la Sicilia aspetta da troppo tempo quest’opera». Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al cantiere della statale Caltanissetta-Agrigento, chiede ai responsabili Anas di quantificare in maniera precisa il tempo che resta per completare i 28 chilometri di raddoppio, secondo lotto dell’opera che collegherà il capoluogo nisseno ad Agrigento. «Presidente, servono 12 mesi dalla ripresa totale dei lavori, la data è giugno 2020». «Non si può fare prima?», replica Conte che riceve una risposta negativa dai funzionari Anas. Acquisita l’informazione, il premier fissa dunque, a favore di telecamera, la nuova scadenza per la fine dei lavori: giugno 2020. Se venisse rispettata, questa infrastruttura strategica per la viabilità dell’isola sarebbe pronta con un anno e tre mesi di ritardo rispetto a quanto preventivato all’inizio.
Un dato è subito evidente: se servono dodici mesi con lavori a pieno regime, significa che i responsabili dell’opera stimano che una ripresa sostanziale possa esserci solo tra qualche mese. Circostanza quest’ultima del tutto evidente agli addetti ai lavori. Oggi la visita di Conte e del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli celebra dunque una riapertura del cantiere solo parziale. A lavoro torneranno infatti pochi operai di alcune ditte subappaltatrici che riceveranno un acconto sul credito maturato sulle opere già fatte. «L’obiettivo – spiegano i funzionari Anas a Conte – è aprire in tre mesi quattro chilometri, mettendo così fine anche alle interferenze con la viabilità». Cioè tutte le deviazioni e i passaggi di carreggiata che al momento rendono l’entrata e l’uscita da Caltanissetta molto complicata, soprattutto nelle ore serali, vista anche la mancanza di illuminazione.
Per far ripartire i lavori a pieno regime servirà invece da un lato che i creditori (fornitori e subappaltatori) ricevano buona parte dei pagamenti che attendono (quantificati in 70 milioni di euro dal comitato che li rappresenta) e dall’altro bisognerà capire il futuro della Cmc di Ravenna, colosso delle costruzioni in concordato preventivo e general contractor dell’opera. «Non ci aspettiamo sorprese geologiche e archeologiche, è già tutto scavato – precisa Conte – C’è invece un problema finanziario, resta l’incognita sulla continuità aziendale di Cmc. C’è un tavolo al ministero dello Sviluppo economico e Anas farà la sua parte, ma bisogna confrontarsi con le precedure di legge per capire come si evolverà la decurtazione dei crediti e il proseguimento dell’attività aziendale».
Toninelli aggiunge un altro dato. «Anas ha dato disponibilità a pagare direttamente gli affidatari – spiega – attendiamo il responso del Tribunale di Ravenna. Noi speriamo che ci diano l’ok, perché l’ultima cosa che vogliamo è che le aziende locali chiudano».
Il sindaco di Caltanissetta Giovanni Ruvolo sa che l’avanzamento reale dell’opera dipende da una seried i fattori che si devono ancora realizzare. «Al premier Conte – spiega il primo cittadino – ho fatto presente che la Regione Siciliana è disponibile ad anticipare le somme che le imprese creditrici devono ottenere dal contraente generale. Gli imprenditori non sono in condizione di attendere i tempi lunghi del concordato preventivo di Cmc di Ravenna poiché rischierebbero di dover chiudere i battenti prima che una vicenda giuridicamente complessa venga definita. Ma affinché la Regione possa anticipare le somme direttamente ai creditori serve una norma concordata a livello centrale. Per questo motivo il tavolo tecnico istituito a Roma dal Governo deve vedere il coinvogimento della Regione Siciliana. Un’opera che viene considerata strategica, peraltro completata per l’80 percento non può bloccarsi per un debito di 40 milioni di euro”, conclude il sindaco di Caltanissetta».
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