Caltagirone, ancora in bilico sul dissesto Tra la rabbia dei cittadini e un fax smarrito

Non c’è solo Catania tra le amministrazioni comunali siciliane con un bilancio in bilico. Dissesto o non dissesto? Forse disavanzo. Tra queste c’è anche Caltagirone dove, da circa cinque mesi, tra colpi di scena, dimissioni negli uffici tecnici e assemblee, i cittadini aspettano, arrabbiati e in dubbio sul destino finanziario della cittadina. In tanti, ieri, hanno affollato l’aula consiliare dove un fax dalla Regione, smarrito e poi ritrovato, ha fatto saltare l’ennesima votazione.

Ma andiamo con ordine. Ieri sera il consiglio comunale avrebbe dovuto procedere alla votazione dell’avvio della procedura di dissesto. La sala è piena. Presenti i dipendenti delle varie aziende creditrici locali, cittadini, studenti e militanti politici. Iniziata, sospesa e ripresa più volte nell’arco delle circa tre ore totali la seduta si è svolta, tra accesi dibattiti, conditi dalle urla della folla che lamentava il mancato rispetto del regolamento da parte del presidente del consiglio Luigi Giuliano.

Dopo qualche intervento, l’assemblea ha proceduto alla votazione e alla approvazione del regolamento relativo alla consulta alla cultura, tra lo sdegno e le parole di disapprovazione dei cittadini ansiosi di notizie concrete in merito alla grave situazione finanziaria in cui versa l’ente comunale. Chiuso il primo punto all’ordine del giorno, prende la parola il consigliere Fabio Roccuzzo, in quota Centro sinistra per Caltagirone, che domanda alla segretaria generale, Natalia Torre, e al presidente del consiglio Giuliano se, prima dell’inizio della seduta consiliare, abbiano ricevuto un certo fax dalla Regione. Risposta negativa.

E’ lo stesso Roccuzzo allora a spiegare di aver ricevuto una nota inviata al Comune calatino dal Dipartimento regionale delle autonomie locali, nella quale si chiede esplicitamente di verificare la presenza di eventuali irregolarità nelle procedure di dichiarazione di dissesto. Un documento che la Regione ha inviato a molte città siciliane. Insieme al collega Fortunato Parisi (Uniti per il centro sinistra) il consigliere chiede quindi di procedere alla votazione per rinviare l’ordine del giorno relativo al dissesto. Prendere visione del documento e valutare altre possibili vie d’uscita alternative, l’obiettivo della pausa di riflessione.

A questo punto interviene il consigliere Luca De Caro (Progetto per Caltagirone). Che prima invita i cittadini presenti in aula a non urlare e a parlare civilmente e poi attacca  l’avversario: «Consigliere Roccuzzo – dice – è molto importante quello che lei ci ha appena comunicato, ma mi chiedo come sia possibile che lei abbia in anticipo un documento che il resto del consiglio non ha ricevuto. Ma se è arrivato e non è stata data notizia a tutti noi è cosa ben grave. È un documento di assoluta importanza e chiedo dunque la sospensione della seduta in modo che i capigruppo possano decidere. A mio avviso, non essendo ancora stato trattato l’ordine del giorno la sua pregiudiziale non può essere accolta».

La seduta viene nuovamente sospesa sempre tra le urla, gli applausi e le lamentele della gente. Alla ripresa della stessa, la segretaria generale – dopo aver controllato nell’ufficio comunale di sua competenza – conferma l’arrivo del fax alle ore 19.34. Con 25 favorevoli, un astenuto e 4 assenti il consiglio vota di rinviare alla prossima seduta il punto. Ancora nuovi applausi dei cittadini presenti che si trasformano in cori da stadio chiedendo le dimissioni immediate dell’intero corpo consiliare non appena il presidente dichiara sciolta la seduta. Senza aver proceduto allo sviluppo degli altri ordini del giorno. Resta tempo solo per un ultimo appello alla folla inferocita. E’ quello del consigliere Parisi che rivolgendosi ai cittadini sentenzia: «Non si fa così, il regolamento non prevede che il consiglio venga sciolto solo per aver rinviato un punto tra quelli all’ordine del giorno». Il resto nella prossima puntata.

Simona Romano

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