Continua il percorso a ostacoli del Calcio Catania. Il club calcistico è finito nuovamente nel mirino della giustizia sportiva. Il procuratore federale Stefano Palazzi ha deferito la società e due suoi ex tesserati: il presidente, e attuale proprietario, Nino Pulvirenti e l’ex direttore sportivo Daniele Delli Carri. Insieme a loro Piero Di Luzio e Fernando Arbotti. Sui quattro peserebbero alcune responsabilità «dirette e oggettive» in relazione a due gare del campionato di serie b 2014/2015. Lo stesso che ha portato all’inchiesta giudiziaria treni del gol.
A rendere nota la notizia è stata la Federcalcio, che ha preso in esame gli ultimi atti d’indagine inseriti dalla procura di Catania nell’udienza preliminare che si sta svolgendo in queste settimane. Un passaggio giuridico in cui la giudice Francesca Cercone sarà chiamata, dopo la pausa estiva, a decidere se mandare a processo Pulvirenti e gli altri indagati, tra cui l’ex amministratore delegato argentino Pablo Cosentino.
Le partite finite nel mirino sono Brescia-Catania del 9 maggio 2015 e Bologna-Catania del 27 aprile dello stesso anno. Secondo la giustizia sportiva i deferiti avrebbero, nel primo caso, violato i doveri di «lealtà, probità e correttezza». In occasione del match contro la società emiliana si sarebbero invece susseguite alcune manovre per alterare la gara. Il tutto attraverso la promessa di «denaro o altre utilità» e compiendo «atti fraudolenti». Secondo gli investigatori per raggiungere l’obiettivo sarebbero stati contattati alcuni calciatori del Bologna. Sull’identità di quest’ultimi sono in corso accertamenti e «ulteriori indagini penali».
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