Per unintera giornata era parso di rivivere i vecchi tempi. Quelli di un calcio romantico, scapestrato però spontaneo, che nulla fa per nascondere ogni suo difetto ma che regala sempre sorprese imprevedibili. Presentazione dei nuovi acquisti indetta e poi annullata, nuovi acquisti? Nasce tutto da lì. Cosentino era partito, per dove? Magari indietro nel tempo: «Sto andando in un paese che non vi dico a comprare due campioni brasiliani». Ma questo era Massimino. Maledetta nostalgia.
È un lunedì dinizio settembre che non porta sorprese, solo conferme: «Il mercato chiude, la lista è completa, il bilancio deve restare in ordine». Nessun effetto speciale. Una strategia precisa: Calaiò, Martinho, Rosina e Rinaudo a dare esperienza e qualità. Chrapek, Sauro, Calello, Terracciano e Marcelinho portano nuove motivazioni. Escalante, Piermarteri, Jankovic i talenti del futuro. Più Anania per necessità.
Colpi esplosi tutti con largo anticipo, senza tormentoni estivi. Senza botti finali, quelli che gli spettatori attendono in uno spettacolo pirotecnico. Ma il calciomercato non lo è. Il Catania, naturalmente, si adegua. Quel che resta sono quarantuno giornate di campionato per vivere il vero e solo spettacolo. Ed anche punto su punto il piacere di giudicare il calciomercato: «L’avevo detto io…».
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