Calcio: Trapani dà lezioni di fair-play a Milan e Inter

Sono stati tre giorni di calcio-vergogna.  Soprattutto per quanto riguarda le squadre della cosiddetta “Padania” e per i soliti “pseudo-tifosi” romanisti e laziali. Fomentati da decisioni arbitrali sbagliate che per una volta sono state contro le squadre milanesi, i presidenti delle società dell’Inter e del Milan, anziché dare l’esempio e calmare gli animi, hanno puntualmente soffiato sul fuoco esibendosi in dichiarazioni che hanno dell’incredibile, del grottesco, del ridicolo. Dimenticando gli innumerevoli aiutini, favori, sviste arbitrali che le hanno favorite di anno in anno, da tempo immemorabile, si sono lanciati contro quella classe arbitrale che quando chiude un occhio per loro, punendo i piccoli club, soprattutto del Sud,  ha sempre ragione. Stavolta no. Stavolta, udite, udite, gli errori arbitrali hanno danneggiato questi poverini di Inter e Milan, dai bilanci miliardari, onnipresenti in tutti i media, anziché una piccola squadra, oppure una squadra siciliana, pugliese o calabrese.

Il presidente dell’Inter, Moratti, ha perso l’ennesima occasione per stare zitto. Anziché fare come l’area tecnica del piccolo Trapani, che minimizza un errore ben più grave, e dichiara di voler redarguire i giocatori che si sono fatti prendere dalla delusione in campo, non dice nulla contro quei giocatori in maglia nerazzurra che nel cosiddetto “tempio del calcio”, San Siro, sotto gli occhi di milioni di telespettatori di tutti il mondo, sono stati protagonisti di una sciagurata partita e di una vera rissa in campo sol perché avevano perso in malo modo: con rigori dubbi concessi all’avversario e con errori indecenti dei propri giocatori a un metro dalla porta avversaria.

E che fa il plurimiliardario Moratti? Il presidente dell’”Inter del triplete” seguito in tutto il mondo e da tifosi d’ogni nazione? Anziché redarguire i propri giocatori, protagonisti di scene da campetto di periferia in una partita tra ragazzini dodicenni, dichiara che “io alla buona fede (degli arbitri n.d.r) non ci credo”. Rimaniamo basiti. Sono parole forti, riportate da tutti i giornali sportivi. E da che pulpito! Anziché bacchettare i propri giocatori, dà manforte alle polemiche, soffia sul fuoco. C’è da ridere per non piangere.  Se fosse un tifoso qualsiasi come noi, o un giornalista, sarebbe poco edificante, ma ancora ammissibile: il calcio è passione, e si perdono facilmente  le staffe. Ma un presidente di un club planetario come l’Inter non può abbandonarsi a questo sfogo. Perché le sue parole provocano reazioni. E reazioni alle reazioni, in un vortice senza fine che non si sa dove va a finire e non fa bene né allo sport ne’ all’immagine del Paese.

Non va meglio a Galliani, dirigente del Milan e vicepresidente della Lega Serie A, protagonista di urla e movimenti scomposti visti da tutto il mondo allo stadio di Firenze nella tribuna “d’onore”, e che onore! Era stato insultato, ma ciò non giustifica un atteggiamento del genere, visibile nelle foto di tutti i giornali sportivi del mondo ed evidentemente fomentato per un errore arbitrale che per una volta punisce la sua squadra anziché il Palermo, il Catania, la Reggina o la Juve Stabia. Poteva avere tutte le ragioni del mondo, ma un comportamento come un ragazzino di dieci anni davanti a tutti  è francamente ridicolo e grottesco. E poi a causa del solito “rigore”.

Il rigore ci vorrebbe per questo genere di dirigenti da parte della giustizia sportiva. Rigore che, ancora una volta, non ci sarà. Mentre altri presidenti di società meno blasonate e onorate sono puniti duramente per molto meno, Galliani e Moratti non saranno sfiorati da alcun provvedimento. Come sempre.

Non va meglio a Roma. Stavolta dal lato dei tifosi. Scontri e coltellate sono ormai il condimento di rito per i derby della capitale. Ma ancora, nessun provvedimento per farli giocare a porte chiuse come andrebbe fatto e come è stato fatto in innumerevoli campi di squadre “minori” del Sud e della Sicilia. Si vuole porre rimedio a questi fatti, ma da parte di chi? Da parte di dirigenti che urlano come ossessi per un rigore? Né la Juventus, altro club plurimiliardario, ha dato esempi di grande fair-play in passato.

A fronte di questi esempi di mancanza di fair-play che periodicamente manifestano i presidenti di “grandi” squadre come Milan, Juventus e Inter, grandi solo in denaro, ma evidentemente molto piccole in quanto a sportività e accettazione delle regole, il “grande-piccolo” Trapani sale in cattedra.

Ieri sera allo stadio “Druso” di Bolzano si è visto dell’incredibile da parte di un arbitro non all’altezza. E’ stata una partita dura, deludente sul piano dello spettacolo e delle occasioni, con il Trapani che passa in vantaggio solo per un paio di erroracci dei poco-tecnici difensori del Sudtirol: campanile altissimo in area tirolese, facilissimo da respingere, eppure due giocatori del Sudtirol lisciano il rilancio, ne approfitta il granata Abate che insacca da pochi passi. Manca un quarto d’ora alla fine, e il Sudtirol non combina niente o quasi, come era successo per tutto l’incontro. I minuti di recupero sono ben quattro e al secondo di questi un giocatore del Sudtirol incespica sul pallone e si butta platealmente sull’erba un metro fuori dall’area trapanese. L’arbitro concede al Sudtirol il più inesistente dei rigori. Un vero record da guinness dei primati. Tiro dal dischetto e 1-1. Succede poi il putiferio, perché da un lato è comprensibile la rabbia e la delusione, considerando anche che non si tratta di una prima assoluta (un anno fa il Trapani perse la promozione in B sullo stesso campo per circostanze simili), dall’altro lato evidentemente c’è qualcosa di strano. Favoriti chiaramente dall’arbitro i giocatori del Sudtirol si abbandonano ugualmente a spinte e provocazioni. L’arbitro espelle un giocatore del Trapani e due del Sudtirol, oltre all’allenatore in seconda. Si giocano i due restanti minuti in un clima impossibile, e finisce 1 -1, nonostante un  gol annullato al Trapani, all’ultimo secondo, sul quale i granata nemmeno protestano.

A questo punto è grande il fair-play dell’allenatore trapanese Boscaglia nell’intervista a bordo-campo:  “Il rigore non c’era. Ci hanno tolto la vittoria già acquisita sul campo. Ma comunque i nostri giocatori non devono comportarsi così. Prenderemo provvedimenti”.

Cari “grandi” dirigenti milanesi, quando imparerete dai dirigenti siciliani la civiltà e il rispetto dello sport? Un giorno arriverà un comportamento dignitoso come quello dei tesserati trapanesi anche dalle parti di Milano in situazioni come queste?

Speriamo di sì. Anche se ne dubitiamo e molto. Una cosa è certa: all’Italia non fa certo bene il calcio-vergogna di questi giorni.

Nelle foto: La squadra del trapani (Foto Bosco, tratta da www.trapaninostra.it), Adriano Galliani, (foro tratta da www.cervelliamo.blogspot.com)  e l’attuale allenatore del Trapani, Roberto Boscaglia (foto tratta da www.mondorossoblu.it) 

Gabriele Bonafede

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