«Il fatto che il calcio, in una piazza importante come Agrigento, non sia scomparso è già un successo». Non ha dubbi il presidente della LND (Lega Nazionale Dilettanti) Sicilia, Santino Lo Presti. Il numero uno della Federcalcio regionale commenta così a MeridioNews il fatto che la nuova Akragas ripartirà dal campionato di Promozione dopo il fallimento che ha portato alla non iscrizione in serie D: «Ci sono state alcune coincidenze fortunate e abbiamo potuto soddisfare le richieste che venivano dall’amministrazione comunale. Per noi – continua Lo Presti – è un valore aggiunto avere il nome di una città blasonata nel campionato di Promozione. Si è presentata questa possibilità e l’abbiamo utilizzata». Ad Agrigento, però, c’è tanta delusione per il fatto di ripartire dal basso: «I tifosi erano sicuramente delusi: dopo la retrocessione è arrivata la non iscrizione al campionato di D. Ma in una grande città fare calcio è veramente difficile».
La LND ha più volte ribadito che l’inserimento dell’Akragas nel campionato di Promozione è avvenuto senza fare un torto ad altre squadre: «Questo vale per tutte le categorie: il Consiglio deroga alla norma nel momento in cui non si ledono altri diritti. Se ci fossero state altre società in graduatoria da ripescare, allora avrei dovuto procedere con altri ripescaggi. L’organico era completo e abbiamo addirittura riaperto dei termini per quella zona dove c’era il girone incompleto (in seguito alla rinuncia del Ribera, ndr). È pervenuta una sola domanda, quella dell’Akragas, e l’abbiamo soddisfatta». Lo scorso anno, ad esempio, toccò al Messina ripartire da una categoria più bassa da quella di competenza (la serie D anziché la C): «Ripartire dopo un fallimento non è mai un problema di categoria. C’è la necessità di rieducare anche i dirigenti. Quando crei entusiasmo e poi qualcosa non funziona, allora deludi il pubblico. Sono del parere che è meglio partire da una categoria inferiore facendo un campionato di vertice e facendo innamorare il pubblico, educando nel contempo anche i dirigenti a quello che significa dirigere una squadra di calcio». Ciò che manca, in alcuni casi, sono le infrastrutture: «In alcune piazze abbiamo povertà di strutture, per cui anche le società trovano poco spazio. Qualche giorno fa abbiamo inaugurato un campo a Enna in erba naturale. Enna al momento però ha solo quel campo».
Intanto in molte piazze, soprattutto nelle squadre dei capoluoghi di provincia come Nissa, Enna e Ragusa, i campionati che contano mancano da diversi anni: «È necessaria una programmazione. Molti dirigenti, ad esempio, chiedono il ripescaggio e l’anno dopo finisce la società. Si verificano situazioni – spiega ancora Lo Presti – in cui si spende molto e si vuole subito raggiungere un obiettivo. Gli obiettivi invece vanno sempre programmati a una media scadenza. Bisogna fare dei percorsi triennali con tanto di sviluppo calcistico, altrimenti si spendono tanti soldi senza raggiungere il successo e addirittura scomparendo. La vittoria non può essere pensata a tavolino».
Quello che quest’anno ha rappresentato un vero e proprio successo è stato il fatto di aver operato un solo ripescaggio per il campionato di Eccellenza contro gli undici della stagione passata: «Non ero così allarmato neppure l’anno scorso. Il numero alto di ripescaggi era dovuto non tanto a società non iscritte. Abbiamo avuto una serie di coincidenze fortunate: sette società promosse (di diritto sono due) e nessuna retrocessione dalla D». Questo perché non ci sono state defezioni in fase d’iscrizione al campionato: «Quest’anno si sono iscritte tutte le società: siamo sottodimensionati perché calcoliamo sempre che dalla serie D possano scendere due o tre squadre, quindi dobbiamo creare gli spazi per evitare di andare in overbooking. In Eccellenza abbiamo avuto una sola ripescata e sei in Promozione. In confronto ad altre regioni – conclude il presidente della LND Sicilia –, il sistema è ben collaudato».
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