Si ricomincia. Come se non fosse passato il ciclone di calciopoli, come se repulisti e nuovi dirigenti si fossero insidiati invano, come se l’incredibile calo di spettatori non coincidesse con il calo di credibilità del campionato e dell’intero calcio italiano, insomma come se non fosse successo mai niente, il Catania segna un gol regolare e un minuto dopo un assurdo conciliabolo tra quarantasette arbitri di linea, di porta, di centrocampo, di bosco e di riviera, di lotta e di governo, ci si ricorda che con la Juve meglio andarci cauti – hai visto mai Marchionne indica un qualche referendum – e si annulla il gol. (a destra, foto tratta da calciomercatoweb.it)
Quello visto ieri al Cibali è quasi inedito nei campionati di calcio. Uno segna, la squadra che subisce il gol protesta, quindi il gol viene annullato. Ora, è sin troppo chiaro che a parti invertite non sarebbe successo nulla e sarebbero andati fuori un paio di giocatori etnei. Ma per quale motivo ci si interroga ancora sulla completa incapacità delle squadre italiane di fare risultato una volta superate le Alpi?
Se una squadra come la Juve riesce a fare 47 partite di fila senza perdere mai come mai poi va a giocare con la terza del campionato danese e pareggia miracolosamente a dieci minuti dalla fine? E soprattutto come è possibile dare un qualche credito ad un campionato del genere? E come è possibile che si possa dire “vabbè, tanto la Juve aveva meritato di vincere”, scordando clamorosamente che l’essenza del calcio è la possibilità di vincere le partite giocando peggio dell’avversario?
Tutto il resto della giornata di ieri è passato in secondo piano, sia la vittoria di Inter e Napoli – che naturalmente non recupereranno mai il distacco dalla Juve, sia la solita Roma zemaniana, con la solita mano di un arbitro che sarà, figuriamoci, pronto a scusarsi.
Per fortuna qualcosa di bello si è visto anche ieri, lo splendido gol di Ljajic – che magari è meglio non prendere a sberle, vero Rossi? – il ‘cucchiaio’ di Di Natale e quello di Cambiasso, gli assist di Palacio.
Niente di tutto questo dalle parti dei rosanero, capaci di sbagliare persino con Miccoli e sempre più in cattive acque. L’aggancio a Chievo e Bologna non può essere certo una consolazione. Si riparte domani, alla Favorita ci sarà di scena il Milan: se davvero ci sono segnali di ripresa domani sera è il momento di confermarli.
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