Nella terza partita da giocare in sette giorni, il Catania – sul terreno del Massimino – affronta il Catanzaro. La classifica vuole entrambe le squadre all’ultimo posto, ma i rossazzurri sarebbero primi. Dopo tre vittorie all’avvio del torneo, che hanno permesso di annullare la penalizzazione inflitta dalla giustizia sportiva per il caso combine, la squadra di Pancaro è reduce da due pareggi consecutivi. I calabresi – penultimi per rendimento in attacco e difesa – sono invece ancora alla ricerca del primo successo. Appuntamento da rimandare a data da destinarsi. Nei 90 minuti raccontati dalla partita emergerà – a tutto campo, e sin da subito – la superiorità dell’undici rossazzurro.
Neanche un giro di lancette dal fischio d’inizio e Russotto – partito in azione solitaria – scarta l’intera difesa del Catanzaro e conclude in porta, ottenendo un calcio d’angolo. Quello che potrebbe sembrare un sussulto iniziale sarà invece il ritmo costante della partita. Prima che il cronometro segni il decimo minuto il Catania è già in vantaggio. Il pallone passa da sinistra e destra e poi ancora a sinistra – su cross di Russotto -, seguito solo dagli sguardi degli immobili avversari. Calil – in piena area piccola – lo appoggia di nuovo a destra, di testa. A farlo suo è infine Calderini – con un tocco furbo, quanto ingenuo è il suo marcatore – che di punta anticipa poi l’uscita del portiere Scuffia e segna da pochi passi la rete dell’uno a zero.
Cambiato il punteggio l’atteggiamento del Catanzaro resta votato a difendersi. Cinque uomini in difesa, dieci dietro il pallone, tutti e undici nella propria metà campo. La strategia per fermare il Catania è l’ingorgo. Ma i rossazzurri riescono comunque a svicolare e mantenere il ritmo dei gol, uno ogni dieci minuti. Russotto ci prova al 17esimo, su calcio di punizione. La conclusione – calciata a effetto, dai 23 metri circa – supera la barriera, sbatte sulla traversa, s’impenna e scende perpendicolare tra i guantoni del portiere. Il raddoppio è solo questione di attesa. Due minuti dopo – lanciato da rimessa laterale, lungo la fascia sinistra – Calil punta di corsa l’area, manda a vuoto – fin troppo facilmente – il suo marcatore e conclude di giustezza. Scuffia sfiora ma non riesce a fermare il pallone che saltellando, termina in fondo alla rete.
I meriti del Catania – che gioca, segna e diverte – si mischiano ai limiti degli avversari, poco abili a tenere o conquistare la palla, come a costruirci qualcosa sia con i piedi che con le mani. Più delle parole racconta la papera del portiere giallorosso. Al 39esimo Musacci – poco distante dalla panchina di Pancaro – lancia il pallone verso la porta, in cerca di un compagno. Un difensore salta, mancando il pallone. Scuffia – che gli è alle spalle – s’abbassa per intercettare la sfera che però gli scorre prima tra i guantoni, poi tra i pantaloncini, infine tra gli scarpini e lentamente supera la linea di porta. È la rete che chiude la partita in campo e ne apre un’altra. Quella sugli spalti. Al 43esimo è al grido «Tre a zero per noi» che gli ultras della curva Nord accolgono i rivali del Catanzaro, appena entrati nel settore ospiti.
«Invadiamo Catania» avevano scritto gli ultras calabresi su un volantino – passato via social e arrivato fino alle pagine Facebook rossazzurre – che chiamava a raccolta per la trasferta del Massimino. Se ne presentano circa una cinquantina. I tifosi del Catania sono quanti mai prima – 11.845, dei quali oltre cinquemila abbonati – e cantano ad alta voce. Persino la tribuna A e parte della curva Sud partecipano ai cori lanciati dalla curva Nord. Dove vengono esposte pure due pezze giallorosse – una bandiera e uno stendardo -, che per il codice ultras hanno il valore di trofei. Le due tifoserie se ne dicono di tutti i colori, anche durante l’intervallo. Con la promessa «uscite a mezzanotte» indirizzata dai sostenitori rossazzurri – che ribadiranno pure il loro astio nei confronti del patron Antonino Pulvirenti – verso i rivali nel settore ospiti.
Sul campo la partita sonnecchia per tutta la ripresa. Svegliata solo dalla rete di Falcone. L’attaccante sostituisce Russotto al 53esimo e dopo due minuti torna verso la panchina per festeggiare la rete del quattro a zero. Su calcio d’angolo di Musacci il pallone viene allontanato dalla difesa catanzarese ma finisce proprio sul piede di Falcone che – al volo, da posizione poco defilata in area – mira e segna vicino al palo alla destra di Scuffia. Le sostituzioni dei due allenatori cambieranno poco o nulla. Il pubblico del Massimino urla «Cinque a zero, perché no?». Ma dopo gli olé – sul possesso palla prolungato dei giocatori di casa – arriva il rigore per gli avversari, all’ultimo minuto. Fallo di Pelagatti su Razzitti, che messo il pallone sul dischetto segna il definitivo quattro a uno. La rete vale solo per le statistiche e per gli scommettitori. Nulla toglie alla festa dei tifosi, condivisa a fine partita col simbolico tuffo dei giocatori sotto ogni settore. I calciatori rossazzurri corrono da un lato all’altro del Massimino, scartando facilmente quelli del Catanzaro – che sono ancora in mezzo al campo – diretti invece mestamente verso gli spogliatoi. Immagine che racconta l’inizio, la fine e la partita tutta.
«Non è qui che dobbiamo fare punti», dice l’allenatore del Catanzaro, il catanese Massimo D’Urso. «La sola differenza con la gara col Cosenza è che la rete è arrivata, subito – dice il tecnico rossazzurro Giuseppe Pancaro a fine partita – Ma non era scontato né semplice». Con cinque punti il Catania è fuori dalla zona retrocessione «il merito è della squadra, dei tifosi, della dirigenza e pure dei giornalisti che hanno avuto belle parole per questi ragazzi». La prossima gara la giocherà in casa della Casertana, che in vetta alla classifica ha un rendimento simile a quello dei rossazzurri: «Dovremo recuperare le forze e mantenere l’atteggiamento avuto finora – conclude Pancaro – Giocare la prossima gara come fosse l’ultima». Potrebbe mancare Musacci, che risente di un dolore muscolare.
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