Calcio Catania, Sigi chiede l’aiuto dei tifosi «Senza iscrizione restituiremo le donazioni»

Nove giorni, forse anche meno, per scongiurare il fallimento. O, come sottolineato oggi dall’avvocato Giovanni Ferraù, per provare nuovamente a rilanciare il Calcio Catania. Questo il tema principale della conferenza stampa tenuta stamattina a Torre del Grifo dal presidente di Sigi, chiamato a chiarire in modo dettagliato ciò che ha spinto chi rappresenta la proprietà della società rossazzurra a chiedere il sostegno economico dei tifosi. «Sigi si è impegnata a versare una certa cifra e all’appello mancano 800mila euro per affrontare gli adempimenti necessari all’iscrizione del Catania al prossimo campionato di serie C».

Una frase emblematica pronunciata dallo stesso Ferraù, che ha voluto precisare così il motivo dell’appello disperato rivolto ai tifosi appena 48 prima, nato dalla presa di consapevolezza che per arrivare ai 2,3 milioni di euro ritenuti fondamentali per la sopravvivenza non basterà l’impegno dei soci della Spa che detiene il pacchetto azionario del club etneo. Che si sia trattato di un errore di valutazione o di un eccesso di ottimismo è difficile dirlo, ma a dare il colpo di grazia a una situazione già in equilibrio precario sarebbe stato proprio il mancato accordo con il gruppo di investitori maltesi, che come anticipato ieri avrebbero offerto circa 2,5 milioni di euro per diventare azionisti di maggioranza del Calcio Catania, ponendo però la condizione che i debiti venissero cancellati immediatamente da Sigi.

Una presa di coscienza maturata nella serata di mercoledì e che nella mattinata successiva ha portato a quella iniziativa vista dalla piazza come una proposta indecente, perché arrivata a soli undici giorni dal possibile punto di non ritorno. Oggi sono arrivati i chiarimenti ritenuti essenziali, sia per voce del presidente di Sigi che attraverso un comunicato stampa con cui si evidenzia che chi farà delle donazioni a favore del Calcio Catania «avrà un’opzione che sarà tramutata con valore corrispondente di un euro per ogni azione. In caso contrario (se il Catania non dovesse iscriversi, ndr), le somme versate verranno rimborsate entro e non oltre cinque giorni dalla mancata iscrizione».

Un momento delicato, sicuramente uno dei più difficili nella storia della società rossazzurra, nel quale Sigi chiede compattezza almeno fino al 28 giugno, rimandando al giorno successivo eventuali commenti, polemiche o critiche. Si cerca quindi di mantenere la calma, si chiede di restare uniti per un unico obiettivo, andando avanti con un profilo basso almeno per altri dieci giorni. Tutto con la speranza di trovare i capitali considerati essenziali come l’ossigeno per garantire un futuro al Catania.

I toni si alzano solo per dare l’ennesima risposta a Joe Tacopina, che ieri aveva commentato duramente la richiesta rivolta ai tifosi. Nel mirino anche gli 800mila dollari versati a Sigi nei mesi scorsi. «Tacopina è inadempiente», ha tuonato Ferraù, dopo aver elencato i dettagli dell’ulteriore accordo raggiunto lo scorso 14 marzo con l’avvocato italo americano, che avrebbe firmato un contratto di opzione con cui si sarebbe impegnato ad acquistare subito il 15 per cento delle quote del Calcio Catania versando nell’immediato un milione di euro, ma limitandosi a corrispondere comunque la cifra cospicua dei 630mila euro serviti a pagare gli stipendi dei tesserati.

Una replica perentoria, che mette in luce altri dettagli di un matrimonio finito con un divorzio ancor prima del tanto sospirato . Ora forse si arriverà addirittura alle azioni legali, dall’una e dall’altra parte, come riporta qualche indiscrezione trapelata nelle ultime ore. O magari si metterà una pietra sopra, andando avanti ognuno per la propria strada, lasciando spazio solo all’interesse primario e più che mai disperato di fare di tutto per garantire la sopravvivenza del Catania anche dopo il 28 giugno.

Antonio Costa

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