L’entusiasmo di un ragazzino, il carisma di un veterano. Si presenta così un Walter Novellino sorridente e disteso, al suo primo incontro con i giornalisti. Una scelta che, a differenza di quanto riportato nelle ore precedenti all’ingaggio, è legata anche alla predisposizione mostrata dal tecnico di Montemarano. «Ho sentito allenatori giovani d’età – ha affermato il direttore Lo Monaco – che mi sono sembrati dei vecchi senza mordente ed entusiasmo. La cosa che mi ha fatto piacere è che, nonostante il passato e l’esperienza, ho trovato un quarantenne con entusiasmo e voglia di fare». Sulla trattativa: «La nostra scelta è stata immediata – ha confermato il dirigente etneo – in un giorno abbiamo organizzato tutto: è un tecnico che conosce la piazza (da giocatore, stagione 86/87, ndr) e motivato. Mi auguro possa dare una scossa».
Gli fa eco Walter Novellino, accompagnato a Catania dal collaboratore tecnico Simone Tomassoli, designato allenatore in seconda. «Non ho avuto nessun dubbio, la categoria non ha importanza. Quando ho sentito il direttore ho subito accettato. C’è la possibilità di far bene – ammette il mister – questa è una piazza che merita altra considerazione nel calcio italiano. Credo molto in questa squadra, anche se l’ho vista un po’ in difficoltà a livello psicologico. Abbiamo giocatori bravi – ribadisce Novellino – dobbiamo affrontare le prossime dieci partite come altrettante finali di Coppa Italia, sono convinto che possiamo fare qualcosa di buono». Il fattore mentale è dunque preminente: «Vorrei che i ragazzi capissero che la C è un campionato in cui bisogna sempre stare sul pezzo. Le difficoltà sono legate a cali di tensione».
«Abbiamo la possibilità di far bene, grazie a giocatori importanti come Lodi, Biagianti, Marotta, Curiale e gli esterni. Bisogna dar loro un po’ di fiducia – insiste il nuovo tecnico – creando i presupposti per fargli capire che ogni partita è come se fosse il passaggio di un turno, riuscendo così a prendere più punti possibile». L’esperienza da giocatore di 32 anni fa ha ovviamente influito nella scelta. «Il Catania è una piazza da serie A, con un pubblico straordinario. Abitavo ad Aci Trezza – ricorda Novellino – un luogo molto bello, come Aci Castello. Ma sono venuto qui anche perché c’è una grande società alle spalle. Spero di aiutarli a raggiungere grandi traguardi».
Pietro Lo Monaco, poi, torna sull’esonero di Sottil, mandando ancora una volta un messaggio alle curve. «A Viterbo c’è stata una prestazione senza nerbo. Abbiamo fatto scena muta anche da un punto di vista fisico. Sembrava che la squadra fosse altrove. Il cambio di allenatore è una sconfitta della società – ammette il direttore – non è mai bello farlo, ma abbiamo avuto questa esigenza in un momento particolare». Sui tifosi: «Non si può definire ultras chi sullo 0-0 fischia il proprio giocatore che sta per battere un rigore: quelli che scrivono lettere e pregano affinché il Catania sbagli, per poi poterlo criticare, non sono tifosi. Quelli del 2 febbraio e degli incidenti di Lamezia – conclude Lo Monaco – non lo sono. La squadra non si ama in questa maniera».
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