Il Collegio di garanzia del Coni – ultimo grado della giustizia sportiva – ha rigettato la richiesta del Calcio Catania di avere ridotta da nove a cinque punti la penalizzazione disposta dalla Corte federale d’appello, che ha punito la società per lo scandalo combine, legato all’inchiesta della procura di Catania I treni del gol. Immutata anche la multa di 150mila euro che il club dovrà corrispondere alla Federcalcio. Rigettato pure il ricorso dell’ex amministratore delegato Pablo Cosentino, che aveva chiesto la riduzione dei quattro anni di inibizione e della multa di 50mila euro.
La decisione del Coni era molto attesa anche tra i tifosi. Persino l’allenatore Giuseppe Pancaro – dopo il pareggio casalingo contro il Foggia, ottenuto sabato scorso – aveva detto di augurarsi la restituzione di qualche punto. Ma il ricorso non è andato a buon fine per il club. La squadra rossazzurra avrebbe conquistato 20 punti nel girone C di Lega Pro – campionato in cui è stata declassata proprio a causa dello scandalo combine – e meriterebbe di stare tra le prime della classe. Ma i nove punti di penalizzazione, sommati ad altri due, per ritardi negli adempimenti economici legati all’iscrizione al torneo, la vedono rimanere nella parte bassa della graduatoria.
La penalizzazione di nove punti era arrivata a seguito della confessione resa dall’ex presidente Antonino Pulvirenti. L’attuale patron della società, controllata attraverso le società Finaria e Meridi, ha detto ai giudici di Catania e poi al procuratore federale Stefano Palazzi, di avere tentato di combinare cinque partite dello scorso campionato di serie B. L’intenzione, secondo la difesa di Pulvirenti, sarebbe stata quella di aiutare la formazione rossazzurra a ottenere la salvezza. Le ammissioni fatte dal patron, pure in sede di giudizio sportivo sono valse al club la possibilità di accedere alla richiesta di pena ridotta da parte dell’accusa, formulata dal procuratore Federale Stefano Palazzi in cinque punti di penalizzazione. Ma sia in primo che in secondo grado, i giudici hanno ritenuto che fosse giusto dare pene più severe. La penalizzazione di undici punti, inflitta dal tribunale federale in primo grado, era stata ridotta a nove in corte d’appello. Ma i provvedimenti non hanno soddisfatto la nuova dirigenza del club, capitanata dal direttore generale Giuseppe Bonanno, che avevano deciso di ricorrere al Collegio di garanzia del Coni, chiedendo la restituzione di quattro punti.
La parte ordinaria del procedimento, avviato dal tribunale di Catania, potrebbe a breve portare al processo. Un primo filone delle indagini che riguardano l’inchiesta I treni del gol si è concluso con le richieste del pubblico ministero Alessandro Sorrentino, che ha chiesto il rinvio a giudizio dei sette indagati. Si tratta di Pulvirenti e anche di Pablo Cosentino e Daniele Delli Carri, rispettivamente ex amministratore delegato ed ex direttore sportivo del club; oltre che di Gianluca Impellizzeri, gestore di alcuni centri scommesse nel Catanese, e dei procuratori Fernando Arbotti, Piero Di Luzio e Fabrizio Milozzi. L’accusa è per tutti di associazione a delinquere e frode sportiva. Tocca adesso al giudice per le indagini preliminari – che non è stato ancora designato dal presidente dei gip, Nunzio Sarpietro – fissare l’udienza in cui si deciderà se accogliere o rigettare le richieste di rinvio a giudizio. Per il reato di frode in competizioni sportive il rischio è la reclusione da due a sei anni più una multa che va da mille a quattromila euro. Inoltre, secondo le disposizioni di legge, se il risultato della competizione «fosse influente ai fini dello svolgimento di concorsi, pronostici e scommesse regolarmente esercitati, la pena della reclusione è aumentata fino alla metà, e si applica una multa da diecimila a centomila euro».
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