Lo so, lo so: questo titolo, per parlare della partita di oggi, è il meno originale che si possa immaginare. In realtà la prima cosa che mi era venuta in mente, oggi pomeriggio, uscendo mestamente dal Massimino, era una breve poesia di Montale. Una poesia che parla di quanto sia fugace, inafferrabile e fragile quella cosa che chiamiamo felicità. E che ne deduce deduzione difficile da accettare, specie poi per un tifoso di calcio che forse la cosa migliore sarebbe, questa felicità, evitare addirittura di assaporarla.
Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che sincrina;
e dunque non ti tocchi chi più tama.
Pensavo a Montale, si capisce, perché alla fine del primo tempo ci eravamo pazzamente ingozzati di felicità. In vantaggio per due a zero, di fronte a un’Inter annichilita, e mentre oltretutto linsieme dei risultati proiettava il Catania da solo al quinto posto in classifica. Tanto più più cocente, allora, è stata la delusione quando, dopo lincredibile rimonta della squadra di Stramaccioni aiutata, ammettiamolo, dalla sventatezza difensiva dei nostri , abbiamo visto dileguare in quarantacinque minuti tutte le nostre illusioni.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.
Pensavo a Montale, oggi pomeriggio, fino a quando non ho ascoltato i commenti alla partita. E fino a quando non mi sono accorto che, sì, abbiamo buttato al vento unoccasione che potrebbe non ripetersi. Ma anche che, a sentir parlare chi sa di calcio, sembra quasi che la sorpresa Inter abbia espugnato il campo del favorito Catania, dopo aver rischiato di prendere il gol del 3 a 0 e di perdere di goleada. È questo, oggi, che al Cibali è stato clamoroso: è clamoroso che abbia vinto lInter. E se è ancora difficile mandar giù lamarezza per la sconfitta inaspettata, non si deve perdere il gusto per la consapevolezza che il Catania figura ormai, con pieno diritto, nel novero delle squadre italiane che giocano il calcio migliore. E che dunque, se entriamo in questordine di idee, nessuno avrebbe avuto diritto di sorprendersi se oggi avesse scavalcato di slancio i nerazzurri.
Non è successo e non è affatto scontato, naturalmente, che arriveremo in Europa. Ma non è vero neanche che il pallone ci sia fuggito di mano. Vola lontano, sì, ma è ancora appeso al suo filo. E noi continuiamo a stringerne un capo tra le dita.
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