Stanno avendo una rilevante eco sui social le immagini e il video del violento pestaggio scoppiato alla fine del primo tempo di Aci Bonaccorsi-Nisiana, partita del girone E di prima categoria disputata lo scorso sabato pomeriggio. Dopo aver dato spazio alle dichiarazioni del dirigente della società gialloverde Carlo Nastasi, arriva su MeridioNews la replica di Cristian Ardizzone, vice presidente della Nisiana, squadra catanese al momento seconda in classifica. Giunge una netta presa di posizione rispetto alle violenze, ma con importanti rettifiche: «Il video della rissa parla chiaro: il coinvolgimento avviene da entrambe le parti. Durante il primo tempo – afferma il dirigente – ci sono stati continui battibecchi tra calciatori: dopo l’espulsione di un nostro atleta, due giocatori dell’Aci Bonaccorsi lo hanno atteso all’uscita del campo aggredendolo. Da lì, è successo il finimondo».
Bisognerà attendere mercoledì per conoscere le decisioni del giudice sportivo, ma Ardizzone vuol fare chiarezza, sostenendo che le colpe siano da dividere esattamente a metà. «Il nostro giocatore, aggredito per primo, ha subito la frattura del piede. A differenza degli avversari, però, non abbiamo reso pubblica la cosa, perché non abbiamo intenzione di strumentalizzare gli avvenimenti». Quindi arriva una dovuta precisazione: «Non ci va di essere etichettati come società violenta o che tollera determinati atteggiamenti. Sarà importante – ammette – capire dove si è sbagliato e prendere gli opportuni provvedimenti interni. La Nisiana non è assolutamente ciò che viene descritta: siamo una società sana – ribadisce con orgoglio Ardizzone – fatta da persone per bene che fanno sacrifici per questo meraviglioso sport».
L’allenatore Giuseppe D’Antone, a caldo, aveva rassegnato le proprie dimissioni dopo l’increscioso episodio. Il vice-presidente del club catanese, però, tiene a puntualizzare come ancora nulla sia stato deciso. «Con il tecnico ci incontreremo domani per comprendere meglio la situazione: queste sono cose che non ci appartengono – sottolinea Ardizzone – siamo puliti e non permetteremo a nessuno di rovinare la nostra immagine». Una lotta contro la strumentalizzazione che passa anche da una importante precisazione. «La tribuna centrale avrebbe dovuto essere chiusa al pubblico – ricorda l’intervistato – quando in realtà erano presenti almeno un centinaio di persone per una partita di cartello. Gli individui che hanno invaso il campo non avrebbero neanche potuto avvicinarsi alle recinzioni».
La morale della favola, per Cristian Ardizzone, è che nessuno può permettersi di affibbiare giudizi senza conoscere realmente dei fatti che, data la gravità, meriterebbero «un silenzio assoluto e non tutto questo accanimento mediatico ai danni di una sola società – sottolinea il dirigente – come se una rissa del genere potesse essere portata avanti solamente da una sola squadra». L’unico elemento che farà fede, nella decisione del giudice sportivo, sarà il referto arbitrale. Tra meno di quarantotto ore conosceremo cosa il direttore di gara avrà annotato nel suo taccuino, avendo così una visione realmente imparziale dell’ennesima pagina nera per il calcio dilettantistico italiano.
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