Calabria, sfilano i bambini che vivranno a pochi metri da gas venefici

di Gabriele Bonafede

Eccoli, in questa foto gentilmente fornita da Pianainforma web-TV, i bambini e le mamme che il governo italiano non ha nemmeno avvertito di qualcosa che non accettano: dovranno vivere accanto a sarin, iprite e non si sa cosa ancora, per un periodo breve ma che non si sa quando avverrà.

Li vediamo sfilare anche nel video della stessa emittente (link pubblicato più sotto) con slogan come “Cambia rotta”, “No alle armi chimiche”, in una manifestazione spontanea insieme ai preoccupati genitori. Altre manifestazioni si avranno domani, Sabato 25 Gennaio, e il primo Febbraio, con una mobilitazione che passa attraverso la rete internet.

L’UFO incombe: la Ark Futura, al pari di un oggetto non identificato, dovrebbe arrivare a giorni nel porto di Gioia Tauro a soli 300 metri dalla loro scuole senza che si sappia esattamente cosa contenga. E, questo, per realizzare un’operazione di smaltimento complessa che sarebbe giudicata pericolosissima da vari esperti.

In primo piano, sempre su “Pianainforma” un servizio di Agostino Pantano che mostra cosa dicono i cittadini direttamente coinvolti, le mamme e i bambini che manifestano pacificamente:  http://www.pianainforma.it/.

Il governo non ha ancora dato nessuna informazione pratica né alle amministrazioni locali, né ai dirigenti scolastici, né, che ci risulti, ad altra istituzione competente per salvaguardare  la salute e l’incolumità fisica delle popolazioni di Gioia Tauro e San Ferdinando. I due centri si estendono a partire da poche decine di metri dalle banchine che ospiteranno 560 tonnellate dei terribili gas venefici  utilizzati dai peggiori eserciti con effetti raccapriccianti. Solo la Capitaneria di Porto e l’esercito avrebbero informazioni dettagliate al momento.

Dagli scarsi comunicati ufficiali, si evince che l’operazione di trasbordo di 560 tonnellate di armi chimiche (ma forse di più, ancorché prive di dispositivi di lancio, e ci mancherebbe altro!) durerà tra 12 e 24 ore. Sarà vero? Vista la segretezza, tutto è possibile. Segretezza che continua, imperterrita. In ogni caso saranno 24 ore in cui la popolazione manterrà il fiato sospeso, oppure andrà via spontaneamente.

Intanto, 560 tonnellate rappresentano circa il 75% del movimento prodotti chimici più pericolosi effettuati a Gioia Tauro nell’intero 2013 con trasbordo da nave a nave. Inoltre, i sindaci dell’area hanno più volte segnalato che i prodotti più pericolosi, tra quelli movimentati a Gioia Tauro, sono molto meno pericolosi di quelli che si dovranno movimentare in questo caso. Si tratterebbe quindi di una situazione eccezionale e non ordinaria per il porto di Gioia Tauro. L’autorità di gestione del porto dovrebbe presto valutare la chiusura unilaterale, che è un porto civile e non militare, ancorché in maniera simbolica visto che non sarebbe competente al riguardo.

Si tratta di una situazione di concentrazione di prodotti pericolosi che ha paragoni solo in aree di guerra, come nel dicembre del 1943 a Bari, quando una nave alleata carica di iprite esplose sotto l’attacco di aerei tedeschi. In quella sciagurata occasione morirono centinaia di persone che si trovavano nel porto e in città a causa dell’iprite (il “gas-mostarda”). Tra le vittime ci furono anche bambini. Churchill nascose anche la natura delle sostanze presenti in quella nave provocando ulteriori decessi anche perché i medici non sapevano con cosa avessero a che fare.

Ora come allora, popolazioni e istituzioni locali sono ancora all’oscuro di tutto e si spera arriverà presto l’opuscolo promesso da Palazzo Chigi. Dubbi, sospetti, paura, sfiducia nel governo di Roma crescono quindi di giorno in giorno, di ora in ora, proprio perché i segreti non vengono svelati, tranne una sospetta impreparazione all’evento: non è dato sapere cosa contenga la nave effettivamente  e nemmeno quando arriverà.

Di certo si sa che solo le manovre per entrare e uscire dal porto presentano comunque pericoli: quelli ordinari ma che nel caso di prodotti così pericolosi proprio così ordinari non sono. Basti pensare, dalle notizie ufficiali divulgate, che ci saranno almeno due navi da guerra di scorta, in assetto difensivo, che non appartengono alla NATO ma a Cina e Russia: entreranno anche loro nel porto oltre che nelle acque territoriali italiane?  

Voci parlano di una militarizzazione della zona da parte dell’esercito: Roma manderebbe la brigata Pistoia, oppure Il reggimento con sede a Pistoia conosciuto come “Reggimento Nembo”, in pratica, i paracadutisti. Una delle unità d’élite dell’esercito italiano. Ma sono solo voci che, i quanto tali e non ancora smentite, continuano a generare apprensione. Ecco il link del sito ufficiale del reggimento Nembo: http://www.difesa.it/ProtocolloInformatico/AOO_Difesa/Esercito/Pagine/E21256.aspx

Intanto, le mamme e i bambini di San Ferdinando, sfilano indomiti e sotto la pioggia, come si vede in questo video:

http://www.pianainforma.it/tg-della-piana/armi-chimiche-madafferi-non-chiedero-la-convocazione-del-comitato-portuale

L’autorità portuale, comunque, non avrebbe competenza sulla chiusura o meno del porto, almeno secondo quanto dichiara il Sindaco di San Ferdinando, Giuseppe Madafferi (nello stesso video).

“Non firmerò la richiesta di convocazione anche perché tutto sarà deciso dalla capitaneria di porto”, dichiara Madafferi. Il che, combinato con le voci di arrivo di 500 paracadutisti, suona ancor più come una imposizione con la forza di decisioni prese a Roma e altrove senza alcuna considerazione e informazione alla popolazione locale, tranne “un opuscolo”. 

Gabriele Bonafede

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