Cacciati 32 migranti dal Palaspedini In infradito e maglietta sotto la pioggia

Magliette bianche e infradito. Questa l’unica assistenza che la città di Catania ha fornito a 32 persone, 31 uomini e una donna, parte dei circa 300 migranti sbarcati ieri al porto etneo. Spostati in un primo momento al Palaspedini, «poco fa gli è stata notificata l’espulsione e li hanno buttati fuori. Sotto la pioggia», denuncia Alfonso Di Stefano, componente della Rete antirazzista. «Non hanno dato loro nemmeno un pasto, li hanno messi alla porta mentre diluviava». 

Dei 300 giunti ieri, per 270 è stato disposto lo spostamento in centri d’accoglienza in nord Italia. Gli altri 32 sono rimasti nella struttura sportiva a Cibali. «Non sappiamo nemmeno chi ha deciso come smistarli – prosegue Di Stefano – Sappiamo solo che verso le 11 hanno notificato loro l’espulsione». Il gruppo proviene da diverse nazioni: Mali, Nigeria, Costa D’Avorio. «Alcuni volevano anche chiedere asilo, ma non hanno avuto occasione di informarsi». 

Adesso è scattato un piano di emergenza improvvisato per dare riparo e un primo pasto ai 32 migranti. Molti sono giovanissimi, appena 18 anni. Duro il commento di Matteo Iannitti, di Catania bene comune: «Inconcepibile una cosa del genere. Prefettura, Comune, questura vergognosamente responsabili di tutto questo». E prosegue: «Nessuno si permetta più di dire che chi comanda a Catania lavora all’integrazione e all’accoglienza. Enzo Bianco dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa. Qualche assessore dovrebbe dimettersi».


Dalla stessa categoria

I più letti

In 300 sono sbarcati ieri al porto. Per 270 è stato disposto il trasferimento al Nord, mentre gli altri - 31 uomini e una donna - sono stati spostati nella struttura di Cibali. Oggi l'ordine di espulsione. «Non hanno avuto nemmeno un pasto», denuncia la Rete antirazzista. «Sono stati messi alla porta durante il diluvio». Guarda le foto

Giustizia per Emanuele Scieri

«Ricordate che in tutti i tempi ci sono stati tiranni e assassini e che, per un certo periodo, sono sembrati invincibili, ma alla fine, cadono sempre, sempre». È da un aforisma del mahatma Gandhi che ha preso spunto l’avvocata Alessandra Furnari nella sua discussione durante il processo per l’omicidio volontario aggravato di Emanuele Scieri, il parà siracusano 26enne in servizio militare trovato cadavere nell’agosto del 1999 […]

«Una macchina di imbrogli e di sotterfugi manzoniana che si è sviluppata sull’esigenza di un costrutto che doveva raccontare un’altra versione dei fatti». Così il procuratore di Pisa Alessandro Crini ha definito la ricostruzione da parte dell’esercito di quanto accaduto all’interno della caserma Gamerra nell’agosto del 1999 nel corso della sua requisitoria a cui è […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo