Il mondo della Formazione professionale siciliana, non finirà mai d stupirci. Oggi giorno è foriero di novità e quasi mai positive, soprattutto per i lavoratori. Lo sanno bene i magistrati che indagano su questo settore dominato da sprechi di ingenti risorse pubbliche e clientelismo allo stato puro. Ormai s tratta di un business, anche se di quelli più paludosi.
Ne sapranno parlare i proprieteri di tutti quegli enti che, più o meno, palesemnete, stanno gestendo trasformazioni societarie e investimenti immobiliari. E, non è difficile scovare personaggi attaccati alla mammella della Formazione che si dilettano con attività collaterali, editoria inclusa. In un mix di fondi pubblici e interessi privati che farebbe rabbrividire il più ‘scafato’ dei politici della Prima Repubblica.
Ma tant’è. L’unica speranza è il lavoro che condurranno gli inquirenti. Anche per rendere giustizia ai tanti dipendenti che sono rimasti schiacciati da questi giochi di bassa lega. Più che schiacciati, in verità, sono rimasti senza lavoro, senza stipendio e senza cassa integrazione. Pagano un prezzo altissimo sull’altare degli interessi di pochi.
L’ultima trovata, ad esempio, è il ricorso alle Agenzie di lavoro interinali per gli enti di Formazione. Che, sembra proprio un escamotage che consentirà di assumere nuovo personale lasciando fuori tutto il personale attualmente in CIGD o in Mobilità.
L’ Assofor, l’associazione che raggruppa i principali enti, ha già fatto sapere di avere stipulato un conratto con Obiettivo Lavoro spa. In teoria perché questa via è aderente alle esigenze di equilibrio finanziario, evita di appesantire le strutture con tipologie di contratti di lavoro meno flessibili, e riduce notevolmente i contenziosi nell’area risorse umane.
In pratica sembra solo un modo per ‘pararsi il culo’, alias per lasciare fuori i dipendenti storici e, magari, dopo consegna di pizzino all’Agenzia di lavoro interinale, assumere personle più gradito e meno costoso. Il business è business. Peccato che in questo settore e con i fondi pubblici non si dovrebbero fare affari.
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