«Vogliamo dedicare una festa a Goliarda Sapienza ripercorrendo quelle strade che amava tanto, oggi che avrebbe avuto 91 anni». Emma Baeri, storica e femminista, con il gruppo Le Voltapagina ha organizzato un evento per ricordare la scrittrice, cineasta e poeta etnea, «molto conosciuta all’estero, soprattutto in Francia, ma non nella sua città». Un evento, domani a partire dalle 18, «che vuole essere un momento di libertà, anche trasgressiva. Un modo per rendere omaggio a una «personalità autenticamente contraddittoria», spiega la docente.
La prima tappa della serata si svolgerà nel cortile di via Pistone, dove l’artista è nata. Qui, dopo una forte polemica innestata con il Comune etneo, alla poeta verrà intitolata una via. Il quartiere della sua gioventù è quello di San Berillo prima che venisse sventrato e parte dei suoi cittadini condotti altrove. «A quel tempo era ancora la Civita. Era una città nella città, un luogo vivissimo, pieno di gente», descrive Baeri. La vita di Sapienza scorre tra le botteghe artigiane e il cinema Mirone, quello che oggi è il King. Proprio la sala ospiterà il secondo momento della manifestazione dedicata all’attrice. «Per una sera faremo rivivere il Mirone e verrà proiettato il film Il porto delle nebbie, con Jean Gabin». All’attore francese è dedicato uno dei libri scritti da Sapienza, Io, Jean Gabin. «Aveva un’autentica passione per lui – racconta Emma Baeri – Si era identificata in lui». Il passaggio finale si svolgerà in un altro angolo storico della città: la friggitoria Stella. «Era molto golosa di crispelle, ci è sembrato giusto raccontarla anche attraverso questo aspetto. E chi acquisterà il biglietto per il film avrà uno sconto del 20 per cento sui prodotti».
La festa servirà a ripercorrere i passi della giovane artista, rivivendo le strade e i luoghi della Catania degli Anni 30. «Conta molto la culla che ci ha accolti – sottolinea la docente con un sorriso – Qui ha vissuto gli anni più belli, più felici. È questa la Goliarda che vogliamo festeggiare». Figlia di quella che oggi verrebbe chiamata un’unione di fatto, Goliarda Sapienza fa parte di una famiglia socialista in pieno periodo fascista. Per questo il padre, temendo per la sua sicurezza, la faceva seguire di nascosto quando la giovane girava per le strade del suo quartiere.
La figura di Goliarda Sapienza per il gruppo de Le Voltapagina è molto importante. «È un legame tra noi, fa parte del nostro cerchio. Una femminista che esprimeva una libertà senza confini, anche di contraddire se stessa». Elemento che emerge anche «dall’assoluta corrispondenza tra la sua vita e le sue opere. Si tratta di una scrittura veramente autentica». Ma che in vita ha avuto poca riconoscenza dalla sua terra e dal suo paese. «Lei era molto schiva», un carattere che si chiude anche per le «disavventure editoriali» vissute prima di riuscire a poter dare alle stampe le prime opere. «L‘arte della gioia è diventato un grande successo in Francia, ma in Italia è stato rifiutato. Erano scritture considerate a quel tempo strane». Una figura che, Emma Baeri ne è certa, «sarà sempre più scoperta».
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