Bufera sul Museo Riso di Palermo

Ormai, nel governo regionale di Raffaele Lombardo, gli assessori ‘tecnici’ fanno a gara a chi crea più casini. Per ora è in ‘testa’ Mario Centorrino (Formazione professionale) che, forse, è riuscito a mandare a mare l’Avviso 20. E’ messo discretamente anche Pier Carmelo Russo, se è vero che alcune gallerie dell’autostrada Palermo-Messina non sono illuminate per agli automobilisti di andare direttamente all’altro mondo. In quota anche Gaetano Armao e Massimo Russo, i ‘tecnici’ che hanno messo su una lista per le elezioni comunali di Palermo: il primo con i numeri del bilancio, il secondo con i medici. Indietro, fini a ieri, era Sebastiano Missineo (foto a sinistra), Beni culturali. Fino a ieri, però. Perché ieri Missineo ha cominciato a ‘recuperare’ punti sui suoi colleghi, mandando in scena una conferenza stampa nel corso della quale ha presentato il rilancio-senza-lancio del Muso Riso di Palermo.

Con accanto Gesualdo Campo da Messina, l’architetto-giurista con un debole per l’ufficio della Regione siciliana a Bruxelles dove ha ‘sistemato’ la figlia, Missineo ha presentato il rilancio del Museo di Arte contemporanea Riso con due mostre dove non sembra facile cogliere subito la contemporeneità: la collezione permanente del Museo con oltre 50 opere e l’esposizione temporanea ‘Piu’ a sud. Un progetto per Lampedusa.

“L’attività – è stato detto nella conferenza stampa – è stata solo sospesa per qualche mese, ma ora ripartiamo”.

“Il museo Riso – ha sottolineato l’assessore – è stato sempre al centro dell’attenzione della Regione: lo dimostrano i dati. Nel 2011 sono stati destinati da fondi regionali 494 mila euro, mentre le altre 132 istituzioni tra musei, parchi archeologici e gallerie d’arte di tutta la Sicilia si sono divise i restanti 460mila euro”.

“E’ stato costituito un comitato scientifico a costo zero per la Regione – ha poi concluso Missineo- che aiuterà l’assessorato nella definizione delle linee guida per la gestione e valorizzazione dell’arte contemporanea in Sicilia”.

Di questa conferenza stampa l’aspetto un po’ strano – a parte le due mostre che, più che con il presente dell’arte, sembrano legate al participio passato, al congiuntivo e forse anche all’imperfetto – è la precisazione sui fondi spesi, peraltro irrisori. Scuse non richieste uguale responsabilità manifeste? Non si capisce.

L’unico dato certo è che, sempre ieri, il direttore del Museo Riso, Sergio Alessandro, ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico. Dimissioni assai ‘pesanti’, quelle di Alessandro. Che arrivano dopo mesi contrassegnati da aspre polemiche.

Ieri, lo stesso Alessandro ha consegnato un dossier alla Procura della Repubblica di Palermo. “E’ la mia risposta – ha detto Alessandro all’Adnkronos- alle illazioni con cui l’assessore regionale, Sebastiano Missineo, e il suo dirigente, Gesualdo Campo, hanno motivato il commissariamento e il cambiamento di rotta rispetto al progetto culturale di Riso che, negli ultimi cinque anni, aveva registrato ampi successi di pubblico e critica, anche internazionale”.

Negli ultimi tempi Alessandro è stato oggetto di continue ‘attenzioni’ da parte dei vertici dell’assessorato. Alessandro è molto amareggiato per le illazioni messe in giro sui collaboratori del Museo. Pronunciate, magari, da chi non conosce i meccanismi con i quali vengon allestite le mostre di arte contemporanea. “In ogni caso – dice Alessandro a LinkSicilia – sarà la magistratura a valutare le illazioni con le quali hanno giustificato il commissariamento forzato delMuseo e l’iposizione di un nuovo managment”.

foto in prima pagina tratta da artribune.com

 

Redazione

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