Una persona dietro le sbarre, sette agli arresti domiciliari e una interdetta dalle sue funzioni per dodici mesi. Sono i numeri dell’operazione Buche d’oro 2, condotta dai militari della guardia di finanza del nucleo economico tributario etneo. Sotto la lente d’ingrandimento torna l’aerea compartimentale Anas di Catania, già travolta nelle scorse settimane da un’inchiesta per un giro di mazzette. In quella circostanza finirono in prigione Riccardo Contino e Giuseppe Panzica. Agli arresti domiciliari l’ingegnere Giuseppe Romano che, grazie alle sue rivelazioni, ha svelato altre parti di un rodato circuito di tangenti che per anni avrebbe caratterizzato gli uffici dell’ente nazionale per le strade.
Secondo gli inquirenti, i dirigenti infedeli avrebbero intascato denaro da alcuni imprenditori in cambio di lavori di rifacimento stradale eseguiti al risparmio e in modo difforme, in particolare nelle arterie della Sicilia orientale. Il profitto sarebbe stato pari a circa il 20 per cento dei lavori appaltati. Un terzo sarebbe andato ai dipendenti Anas corrotti mentre la parte restante sarebbe rimasta nella cassa dei corruttori. Nei giorni scorsi, come MeridioNews ha raccontato, l’inchiesta della guardia di finanza è andata avanti a ritmi serrati. In particolare con dei carotaggi lungo alcune strade, eseguiti sotto la supervisione dei militari dai tecnici Anas del Centro sperimentale di Cesano, in provincia di Roma.
In carcere oggi è finito il geometra Gaetano Trovato, capo nucleo B del centro manutenzione del compartimento di Catania. Il professionista – lo stesso che mentre era intercettato si vantava di potere sfuggire a eventuali arresti – era competente per i lavori, ordinari e straordinari, della strada statale 192 della valle del Dittaino, in provincia di Enna, e della strada statale 284, quotidianamente al centro di incidenti stradali per gli ormai noti problemi di sicurezza.
Agli arresti domiciliari è finito l’imprenditore di Caltanissetta Salvatore Truscelli. Già indagato e finito nelle carte del primo filone investigativo perché beccato dai finanzieri mentre consegna una tangente di 30mila euro ai funzionari Anas. Contatto telefonicamente dalla nostra redazione, Truscelli aveva deciso di interrompere bruscamente la chiamata e non replicare a una richiesta di chiarimenti. Tra gli imprenditori coinvolti anche Pietro Matteo Iacuzzo della società Isap, con sede a Termine Imerese (in provincia di Palermo). Stesso territorio in cui ha sede la ditta di Roberto Priolo, della Priolo srl. Ultimo imprenditore indagato e finito ai domiciliari Calogero Pullara di Favara (in provincia di Agrigento).
L’interdizione dai pubblici uffici per dodici mesi è stata disposta per l’ingegnere Antonino Urso, capo centro manutenzione A del compartimento di Catania. Anche Urso, come era avvenuto con Romano, è diventato un pentito del sistema e a inizio ottobre, come svelato da MeridioNews, era già stato rimosso dal suo incarico. Il nuovo giro di tangenti svelato in questo filone dell’inchiesta avrebbe riguardato i lavori di riqualificazione del piano viabile del Comune di Caltagirone e quelli della strada statale 288 di Aidone. Appalti vinti dalla Isap dell’imprenditore Iacuzzo. La ditta avrebbe rimosso una parte minore del manto stradale usurato e, dall’altro lato, i funzionari Anas avrebbero registrato uno spessore di materiale maggiore. Un trucco che avrebbe portato a fatture gonfiate a favore della Isap, l’azienda in cambio avrebbe corrisposto tangenti per un totale di 60mila euro.
Ammonterebbero a 15mila euro le bustarelle che, invece, avrebbe corrisposto ai funzionari Romano e Urso, l’imprenditore Roberto Priolo. Affidatario degli appalti per la strada statale 575 di Troina, iniziati a febbraio 2019 e completati tre mesi dopo. La pioggia di tangenti avrebbe avvolto anche i lavori per la strada statale 284 che collega Randazzo a Paternò. Cantieri per 630mila euro affidati alla ditta Pullara di Favara. I lavori venivano affidati d’urgenza a maggio scorso per poi essere ultimati nei primi giorni di giugno. Anche in questo caso, secondo l’accusa, ci sarebbe stata una fresatura incompleta del manto stradale e una fasulla registrazione contabile. In cambio l’imprenditore avrebbe corrisposto a Romano, Urso e Trovato una bustarella da 18mila euro.
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