Almeno quaranta coltellate tra collo e arti. Sono quelle inferte dal 47enne brontese Filippo Asero per uccidere la moglie Ada Rotini mercoledì scorso. L’uomo, che subito dopo il delitto ha puntato l’arma contro di sé tentando il suicidio, si trova ricoverato all’ospedale Cannizzaro di Catania. Intanto il gip del tribunale etneo ha convalidato l’arresto, accogliendo la richiesta della procura distrettuale.
In questi giorni i carabinieri hanno ricostruito i rapporti tra la vittima e il marito. Il giorno in cui è avvenuto il femminicidio, Rotini e Asero avevano l’udienza di separazione al municipio di Bronte. L’aggressione è avvenuta circa tre quarti d’ora prima, quando la donna, che in passato aveva segnalato i comportamenti violenti di Asero, a inizio anni Duemila processato e poi assolto in secondo grado per un omicidio, ha deciso di andare nell’abitazione dell’uomo per recuperare alcuni effetti personali.
Originaria del Siracusano, la 45enne da una settimana lavorava come badante a Maletto, nella casa di un 90enne. L’anziano era con lei al momento del delitto e nel tentativo di difenderla è rimasto ferito al braccio. A Maletto, in passato, Rotini aveva legato con un altro uomo da cui ha avuto una figlia. Stando alla tesi degli inquirenti, sarebbe stata la scoperta del ritorno a Maletto e la convinzione che dietro questa scelta ci fosse stata un riavvicinamento con il precedente compagno a spingere Asero a impugnare il coltello. Tuttavia al momento non è possibile escludere che l’uomo avesse già pianificato il delitto.
Quel che è certo è che tra Asero e Rotini il rapporto era contraddistinto anche da comportamenti violenti. Questo perlomeno la donna aveva raccontato alle persone a lei più care. Il matrimonio tra i due era stato celebrato nell’estate dello scorso anno e, a dicembre 2020, la donna aveva già manifestato la volontà di separarsi. Davanti ai carabinieri, Rotini aveva detto di non voler denunciare il marito ma di far presente che l’allontanamento non sarebbe stato interpretabile come un caso di abbandono del tetto coniugale. Dopo quei fatti, l’autorità giudiziaria aveva disposto il trasferimento della donna in una struttura protetta, da cui poi la 45enne si era allontanata volontariamente per tornare a casa dei genitori. In seguito Rotini si era mostrata disponibile a un ricongiungimento con Asero, salvo poi manifestare nuovamente la volontà di separarsi.
Il femminicidio è stato ripreso in parte dalle telecamere di videosorveglianza installate nella zona. Le immagini confermano la versione dei testimoni, l’anziano e la sorella di Rotini che quella mattina si trovava con lei. Il primo a intervenire bloccando Asero, subito dopo che l’uomo si era conficcato il coltello nell’addome è stato un carabiniere.
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