Bronte, dimentica portafogli con tremila euro al bar Il banconista: «L’ho restituito come se niente fosse»

«In effetti il portafogli era un pochino pesante. Aprendolo, mi sono accorto che dentro c’erano tremila euro in contanti». Andrea Rappazzo, 26 anni, da sette lavora come banconista nel bar Antica dolceria fratelli Di Vincenzo di Bronte. Domenica pomeriggio era al lavoro quando nel locale entra un gruppo che prende posto nei tavoli fuori. Al momento di andare via, però, qualcuno dimentica un giubbotto su una sedia. Quando Andrea va a prenderlo per conservarlo dentro, in attesa che il proprietario ritorni, ecco la scoperta: nel portafogli c’era una consistente somma. «Ma non ho pensato di prenderla. Tremila euro non ti cambiano la vita e poi ero sul posto di lavoro». Il ringraziamento sono state le lacrime di Gaetano DAvola, proprietario dei soldi e del giubbotto, originario di Scordia ma emigrato in Svizzera con la moglie. «Non credeva che avrebbe mai ritrovato i soldi», racconta il giovane banconista.

«Capita spesso che i clienti dimentichino qualcosa – ripercorre il filo degli eventi Andrea – Per questo, appena ho notato il giubbotto nei tavolini fuori, sono andato a prenderlo, per conservarlo in attesa che tornassero. Poi ho pensato di cercare il portafogli per rintracciare il proprietario dai documenti». Lì però Andrea nota la consistente cifra. E non solo. «C’erano anche dei biglietti aerei, dovevano partire per la Svizzera». Nonostante la scoperta, il piano del ragazzo non cambia: «Non è facile vedere tremila euro in contanti e non prenderli – ammette – Ma l’ho messo ugualmente da parte in attesa di restituirlo».

Dopo mezzora arriva il signor D’Avola, insieme alla moglie. Subito gli viene dato indietro il giubbotto. «Era molto spaventato e, quando ha aperto il portafogli, si è messo a piangere – racconta Andrea – Tremava, era in confusione, anche la moglie era molto agitata». «Non se l’aspettava perché, diceva, tutti parlano male della Sicilia», continua il giovane. E invece, nonostante gli stereotipi, i soldi dell’uomo originario di Scordia – insieme ai suoi biglietti aerei per tornare in Svizzera – erano tutti al loro posto. Un gesto, quello del giovane banconista, non proprio scontato. 

«Non posso dire che tutti mi abbiano detto “bravo”, ma quel portafogli non era stato nemmeno smarrito, era stato dimenticato. E io non ero per strada, ma a lavoro. L’ho messo da parte come fosse stato un giubbotto normale o una qualunque altra cosa scordata dai clienti». Anche perché, conclude il ragazzo, «tremila euro non ti cambiano la vita; ti puoi organizzare una gita o andare a fare shopping. Ma avrei danneggiato anche l’immagine del locale per cui lavoro da tanto tempo».

Claudia Campese

Giornalista Professionista dal 2011.

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