«Sembra che ci sia una recrudescenza di atti intimidatori ai danni di questo luogo sacro, reso tale dal sacrificio del beato Puglisi». I vandali hanno ricominciato a prendere di mira la piazzetta di Brancaccio intitolata a don Pino, quella dove il 15 settembre ’93 venne ucciso dai killer di Cosa nostra, mentre stava tornando a casa. Ieri sera un residente del posto ha sorpreso quattro adolescenti intenti a rompere un lampioncino della piazza, avvisando subito la polizia. Ma è solo l’ultimo, in ordine di tempo, degli episodi ai danni di quel luogo.
Da più di una settimana, infatti, «i soliti noti sono tornati a farsi vivi a piazzetta beato padre Pino Puglisi, ma non abbiamo voluto sporgere denuncia, perché speravamo in atti sporadici – dice Maurizio Artale, presidente del Centro Padre Nostro -. Purtroppo, da martedì scorso hanno prima trafugato una lampada, poi rotto un lampioncino, poi nuovamente un’altra lampada e infine di notte alcuni giovani hanno divelto un lampioncino vicino alla statua e danneggiato un pannello della mostra fotografica permanente sulla venuta del Papa del 15 settembre dell’anno scorso in occasione del per il XXV anniversario del martirio del beato Giuseppe Puglisi».
«Purtroppo, abbiamo constatato che appena si abbassa la guardia i soliti balordi si fanno presenti. Le panchine installate all’interno dell’aiuole spesso vengono utilizzate per incontri intimi o per consumare bottiglie di birra che, sistematicamente, troviamo vuote la mattina successiva – prosegue Artale -. Dopo aver tolto i dissuasori nella piazza facendo un passo in avanti, non vorremmo dover fare un passo indietro togliendo le panchine». Anche i locali di via Simoncini Scaglione 17 sono stati presi di mira da altri soliti noti, come li chiama Artale. In questi locali il Centro Padre Nostro svolge attività di doposcuola, spazio gioco per bambini dai 18 ai 36 mesi, attività del gruppo giovani, sportello di assistenza legale e molto altro.
«Questi ultimi gesti ci rammaricano e non vorremmo chiudere l’anno con tale stato d’animo. Chiediamo maggiore collaborazione ai cittadini che, in cuor loro, rispettano profondamente la figura del beato Giuseppe Puglisi e uno sforzo ulteriore alle forze dell’ordine nella vigilanza dei luoghi in cui svolgiamo i servizi rivolti alla popolazione e del luogo sacro del martirio, simbolo del riscatto di tutti i cittadini onesti. Sembra non esserci più ritegno e pudore da parte di taluni che, indisturbatamente, continuano a sfregiare la memoria del piccolo parroco di Brancaccio – conclude Artale -, che si è sacrificato anche per ragazzini come quelli che hanno agito. Possa il beato continuare a sostenerci in questa lotta di civiltà».
(Fonte: Maurizio Artale)
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