Braccianti occupano la sede dell’Inps Ispezionate 50 aziende, bloccate indennità

«Ma secondo l’Inps, se tutti imbrogliano, le arance si raccolgono da sole?». Centocinquanta braccianti agricoli hanno occupato ieri mattina intorno alle 9 il quarto piano della sede dell’Inps, in viale Libertà a Catania, e la protesta prosegue ancora oggi, ad oltranza. Esclusi dagli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli dell’istituto di previdenza, circa duemila braccianti rischiano di non percepire l’indennità di disoccupazione per l’anno 2011. Motivo dell’esclusione, i controlli in corso per verificare la veridicità delle dichiarazioni rese da circa 50 aziende agricole della provincia. Secondo le verifiche ispettive dell’Inps avrebbero falsificato l’attività effettivamente svolta dai braccianti.

«Ma non si può pensare che siano tutti imbroglioni: ci vogliono dei controlli per tempo, sui campi, non quando tutto è concluso», dichiara Maurizio Grosso, segretario regionale del Movimento braccianti che, da ieri, tenta di mediare con i vertici provinciali dell’Inps per cercare di sbloccare le posizioni dei lavoratori. «Se le aziende sbagliano, e tra le cinquanta indagate al momento certamente ci sarà chi ha sbagliato, non possiamo essere noi lavoratori a pagarne le conseguenze», spiega Grosso. Il suo è un pensiero condiviso dai tanti, uomini e donne, che sono in attesa di una risposta fuori dall’edificio, presidiato da un gran numero di agenti della polizia.

Vengono da tutta la provincia di Catania e lamentano che «l’indennità di disoccupazione è parte integrante della nostra paga, il nostro lavoro dipende solo dalle condizioni climatiche». «Io verso contributi all’Inps da 34 anni, non mi era mai successo nulla di simile. Noi lavoratori cosa c’entriamo con le irregolarità delle ditte?», commenta il signor Antonino Politino, bracciante del settore agrumicolo, mentre Alfredo La Delfa, responsabile del Movimento braccianti agricoli di Biancavilla, appena uscito dagli incontri porta una piccola novità: «Per circa duecento lavoratori di due aziende di Adrano, la situzione dovrebbe essersi sbloccata, perché l’iter dell’accertamento non era ancora definitivo». Silenzio, per ora, dai vertici Inps che, per tramite dei vigilantes all’ingresso dell’edificio in viale Libertà, fanno sapere di «non essere autorizzati a rilasciare dichiarazioni».

«La protesta proseguirà ad oltranza, fino a quando non riusciremo a chiarire la situazione», dichiarano intanto i braccianti all’esterno, sorvegliati da un gran numero di poliziotti, che assicurano «Le attività dell’ufficio, a quanto ne sappiamo, sono andate avanti regolarmente fino ad ora».

Leandro Perrotta

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