Manganaro, stop a piattaforma di smaltimento rifiuti No di cittadini e Comuni: «Servono strategie idonee»

I cittadini riuniti in un comitato territoriale e ben sei Comuni della Valle del Torto e dei Feudi hanno detto no alla realizzazione a Borgo Manganaro di una piattaforma di integrata per il trattamento dei rifiuti solidi urbani con produzione di biometano. Il progetto iniziale era stato presentato nel 2015, dalla società Envex srl,  e poi decaduto. Quello nuovo, presentato dalla stessa azienda a giugno presso alcuni enti, non è stato depositato ancora all’assessorato regionale Territorio e Ambiente, competente al rilascio della Via (valutazione di impatto ambientale) necessaria per l’eventuale realizzazione dell’impianto. «I cittadini hanno addotto anche criticità di natura ambientale perché è un territorio ad alta densità rurale – afferma Antonio Ferrante, della segreteria regionale del Pd – realizzare lì quell’impianto avrebbe creato problemi rispetto alle coltivazioni ma anche alla biodiversità interna. Durante un recente incontro all’assessorato all’ambiente tutti i rilievi sono stati accolti. Il problema non è di dire “non fate qui l’impianto” ma per le modalità in cui si pensava di realizzare l’opera non poteva dare le necessarie garanzie ai residenti e all’economia del territorio».

L’ITER DEL PROGETTO: «Siamo venuti a conoscenza di questo progetto, attraverso un decreto assessoriale e ci siamo attivati per depositare delle controdeduzioni tecniche entro il 26 giugno», dice l’avvocato Maria Francesca De Vincenzi, che fa parte del gruppo di minoranza del Comune di Roccapalumba. De Vincenzi è anche segretaria del circolo del Pd e vicepresidente del comitato territoriale Valle del Torto e dei Feudi. Poco dopo quella data, il 3 luglio, cittadini, rappresentanti delle istituzioni e la società sono stati convocati a un tavolo tecnico dove erano presenti anche i funzionari dell’assessorato Energia e del Territorio e Ambiente e anche l’amministratore della ditta che aveva depositato il progetto. In quella sede i cittadini hanno saputo che «L’assessorato aveva dato un termine di trenta giorni alla società per produrre alcuni documenti – afferma De Vincenzi – che è decorso infruttuosamente e in sostanza il progetto presentato nel 2015 è decaduto. La ditta in quella sede ci ha detto anche che avevano depositato uno nuovo progetto con alcune modifiche che riguardavano alcuni capannoni nel Comune di Vicari, uno dei motivi per cui era stata chiesta l’integrazione». Il nuovo progetto, sottolinea De Vincenzi, è stato depositato il 6 giugno al Comune di Vicari, il 20 all’unità operativa complessa di prevenzione dell’Asp di Palermo e all’assessorato all’Energia. «Ci avevano detto che sarebbe stato presentato all’assessorato Territorio e Ambiente, competente al rilascio della Via – aggiunge la segretaria del circolo Pd – Abbiamo poi incontrato l’assessore Maurizio Croce la settimana scorsa e abbiamo appreso che nulla è ancora arrivato». La ditta secondo il decreto assessoriale 109/Gab del 10 aprile 2017, spiega ancora la segretaria del circolo Pd, in termini di dimensioni e di impatto del progetto, ha dovuto presentarlo ai sensi dell’articolo 23 della legge 152 del 2006, che lo sottopone alla valutazione di impatto ambientale. «Quindi se l’assessorato non darà la valutazione di impatto ambientale positiva questo non potrà andare avanti  – afferma ancora la consigliera di Roccapalumba – l’assessore ci ha detto anche che visto che la ditta è obbligata a seguire l’iter dell’articolo 23 i Comuni interessati verranno ufficialmente coinvolti e saranno in grado eventualmente di presentare controdeduzioni tecniche, pareri».

LE INIZIATIVE DEI CITTADINI – «I cittadini della zona sono venuti a sapere, per caso e in ritardo, del fatto che si doveva fare una piattaforma per il trattamento dei rifiuti a Borgo Manganaro», dice la neuropsichiatra Carmela Costa, presidente del Comitato territoriale della Valle del Torto e dei Feudi. «Da qui è partita l’azione di contrasto – aggiunge Costa – Sostanzialmente c’è stata una mobilitazione dei cittadini e in virtù di questo poi anche le amministrazioni comunali si sono mosse a sostegno. È iniziato tutto con una raccolta firme da parte degli scout dell’Agesci di Vicari, alla quale ha collaborato il circolo Pd di Roccapalumba. In virtù di questo le amministrazioni hanno convocato i consigli comunali «adottando due delibere gemelle tra Roccapalumba e Vicari – ripercorre De Vincenzi –  nelle quali esprimevano la propria contrarietà, allegando a queste sia la lettera del comitato territoriale che ha riunito le 1500 firme, una relazione firmata da sedici medici del distretto e una relazione tecnica sottoscritta dai capi degli uffici tecnici di Roccapalumba e di Vicari». I due Comuni sono quelli principalmente coinvolti: Vicari per competenza territoriale, Roccapalumba invece perché si trova più vicino a Borgo Manganaro. Man mano poi sono stati coinvolti anche i cittadini di Lercara Friddi che hanno raccolto le firme e così si è creato il comitato.

IL DOCUMENTO DEL COMITATO – «Abbiamo stilato un nostro documento dove abbiamo messo nero su bianco le nostre preoccupazioni in merito alle problematiche che avrebbe potuto creare la realizzazione di questa piattaforma – spiega Costa – alle coltivazioni anche biologiche, a quelle di ficodindia dop, agli allevatori, ai caseifici che insistono nella zona oltre alla presenza di un magazzino per lo stoccaggio di cereali. Inoltre 14 persone vivono a poche centinaia di metri da dove doveva essere realizzato l’impianto». Da quei territori, aggiunge ancora Costa «passa la condotta idrica di Montescuro est che serve diversi comuni». Secondo quanto riferiscono cittadini ed esponenti delle istituzioni insisterebbero anche problemi di viabilità «data la mole di rifiuti che sarebbero dovuti pervenire da oltre settanta comuni – precisa ancora la presidente del comitato –  alcuni autocompattatori avrebbero dovuto attraversare il centro abitato per arrivare all’impianto». Adesso tutto è bloccato, conclude Costa, «ma il nostro comitato sta continuando a lavorare perché dobbiamo trovare un modo per trattare i nostri rifiuti in modo più ecologico e nel rispetto dell’ambiente. Il comitato e i sindaci vogliono essere anche propositivi nel senso che vogliamo affrontare il tema rifiuti ma allo stesso tempo seguire delle strategie più idonee al nostro ambiente che è più vocato all’agricoltura e alla pastorizia».

LE PROTESTE DEI SINDACI – «A livello istituzionale l’impegno è partito dal Comune di Roccapalumba – spiega il sindaco Guglielmo Rosa – perché anche se l’impianto ricade nel territorio di Vicari questo è geograficamente più vicino al nostro paese. Per noi sarebbe stato un danno, tenuto conto che siamo caratterizzati da due peculiarità: siamo il paese delle stelle, perché abbiamo due osservatori astronomici e un planetario e quindi il centro abitato è meta di turismo didattico continuativo. Inoltre da circa 15 anni il nostro territorio si caratterizza per la coltivazione del ficodindia dop che un prodotto di nicchia che ci sta regalando delle soddisfazioni enormi, anche dal punto di vista economico e occupazionale. Se si fosse realizzato un impianto del genere avremmo potuto avere delle ripercussioni sulla nostra produzione e sull’ambiente». Rosa poi ha «cercato di sensibilizzare gli altri colleghi. Oltre alle delibere del Comune di Vicari e di Roccapalumba ne abbiamo adottato un’altra dell’unione dei comuni della Valle del Torto e dei Feudi che comprende Roccapalumba, Vicari, Lercara Friddi, Castronovo di Sicilia, Alia e Valledolmo dove abbiamo detto no alla realizzazione di questa piattaforma». Il Borgo Manganaro ha una posizione centrale rispetto a questi sei comuni e investe tutto il distretto.«Non sappiamo se la ditta ora abbia o meno abbandonato l’idea di portare avanti la piattaforma in quel sito».

LA REPLICA DELL’AZIENDA: Envex srl, alla quale abbiamo chiesto una replica, ma che non ha risposto, sulla sua pagina Facebook ha pubblicato un invito alle popolazioni di Roccapalumba, Lercara Friddi e Vicari, datato 6 luglio, che riporta: «La nostra società è impegnata a coadiuvare i comuni per migliorare il sistema di raccolta differenziata e a dare a tutti voi la garanzia che il vostro impegno nel separare bene i rifiuti si trasformi in atti concreti e coerenti con quello che si differenzia». E poi scende nel dettaglio: «L’impianto è analogo a quelli già previsti in altri comuni della Sicilia, una tipologia che non soltanto riduce la necessità di conferire in discarica ma costituisce un’alternativa ecologica e pulita ai termovalorizzatori». «Niente inceneritori, niente discarica, niente autocompattatori che passano per i vostri Comuni – continua la nota – Nessuno scenario apocalittico ma un’iniziativa inserita in una più ampia strategia regionale che vuole superare l’attuale gestione dei rifiuti per la quale il vostro rifiuto viaggia per Palermo o Marsala o Catania, con costi elevati che gravano sulle vostre tasche». L’azienda ribadisce la piena disponibilità ad avviare «un percorso di dialogo sereno».

Stefania Brusca

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