Palermo riscopre il suo patrimonio culturale. Sono stati oltre 40 mila i partecipanti ieri alla Notte Bianca dell’Unesco. Dalle 19 a mezzanotte inoltrata i visitatori hanno affollato i siti arabo normanni, ammirato i videomapping, passeggiato nei giardini riscoperti per l’occasione. Tantissime le immagini che hanno invaso i social network.
Per Aurelio Angelini, direttore in Sicilia della Fondazione Patrimonio Unesco, «è la conferma che il territorio di Palermo, che in questo caso comprende anche l’area più vasta di Cefalù e Monreale, vede in questo riconoscimento uno degli elementi su cui fondare il futuro del patrimonio culturale ma anche sociale ed economico del territorio». L’aumento di questa consapevolezza «per noi è il fattore primario – aggiunge Angelini – abbiamo il compito di rafforzare la coesione dei territori e l’identità e la storia che lo contraddistinguono. Questa grande partecipazione indica che prendersi cura del proprio patrimonio culturale e anche naturalistico, insieme alle migliori risorse umane che ci auguriamo non continuino ad emigrare, è diventato uno dei principali driver per il futuro della città. Per creare quella sintesi necessaria a ridare slancio a Palermo».
Protagonista ancora una volta Palazzo Reale con la Cappella Palatina: visitatori in coda sin dalle 17 e pur di accontentare più persone possibili la chiusura dei cancelli è slittata dalle 23 a mezzanotte. Dalla Fondazione Federico II registrano 20 mila presenze tra sale, cappella, giardini e osservatorio astronomico. Astromundi, il programma proposto, ha coinvolto i restauratori dei mosaici e gli astronomi dell’Osservatorio che si sono prestati alle domande del pubblico. Sulla facciata di Palazzo Reale, un interessante videomapping su Federico II e la Cappella Palatina, che si è affiancato a quello della Zisa. Questa è stata la vera sorpresa: oltre 10 mila partecipanti tra ingressi al sollazzo dei re normanni e visitatori dei giardini recuperati con le fontane e il prato, da cui il pubblico ha seguito il lavoro realizzato sulla storia della Zisa, dall’abbandono al recupero.
Numeri che si sono rivelati degni di nota anche negli altri luoghi del percorso Unesco: alla Cattedrale, sotto i mosaici della Martorana passando da San Cataldo e da San Giovanni degli Eremiti fino a Ponte dell’Ammiraglio. Tantissimi i visitatori anche a Monreale che oltre al duomo e al Chiostro dei Benedettini, ha aperto l’antica biblioteca benedettina di Santa Maria La Nova e la galleria civica. Con un biglietto ridotto è stato possibile visitare la mostra multimediale Van Gogh Experience con oltre 450 presenze. La Notte Bianca ha coinvolto come si diceva anche Cefalù dove il pubblico ha assistito ad un concerto nel duomo.
«Palermo ha la fortuna di avere una storia millenaria e di essere stata capitale del Mediterraneo e capitale dell’Europa. È una città che ha una profonda radice storico-culturale di cui ci siamo dimenticati nei decenni precedenti. Lasciando che i peggiori istinti predatori prendessero il sopravvento e che il nostro patrimonio culturale venisse relegato a qualcosa che dava fastidio alla città», sottolinea ancora Angelini. Basti pensare che, aggiunge, «davanti a San Cataldo era stato costruito un ufficio postale che poi è stato demolito o che il Ponte Ammiraglio era diventato una discarica e un posto dove si svolgevano attività poco edificanti». Questa riscoperta ulteriore grazie anche a Palermo capitale della Cultura che rappresenta una chance per rafforzare questo percorso, «ci dice che i palermitani cominciano a considerare il patrimonio culturale come una risorsa e non come un ostacolo così come è stato negli anni in cui si abbatteva il liberty in via Libertà per dare inizio allo sviluppo edilizio della città, pensando che quella fosse la stagione che ci avrebbe portato dritti verso El Dorado. In realtà abbiamo distrutto il liberty e ci siamo privati di ciò che oggi renderebbe più bella e più attrattiva la città di Palermo».
Archiviata la Notte Bianca Angelini parla dei prossimi passi da compiere: «Siamo partiti con la seconda edizione del contest l’Immaginario Arabo-Normanno che prevede la partecipazione di tutti i cittadini per sviluppare attraverso un video o un’opera d’arte la visione che si ha del nostro patrimonio. L’anno scorso abbiamo avuto un’altissima partecipazione, ci auguriamo di migliorare questo risultato. Anche questa ha uno scopo educativo, non a caso sono state mobilitate le scuole di Cefalù e Monreale, per rafforzare questo legame e costruire percorsi culturali attraverso quanto realizzato dei ragazzi. L’anno scorso abbiamo avuto una serie di prodotti di grande pregio da app per sfruttare al meglio il patrimonio, passando per opere in mosaico, pittura, fotografie straordinarie scattate in diverse condizioni con un filtro raffinatissimo di giovani e anziani. Anche questa è un’occasione per fare festa – conclude – un’occasione per partecipare, e per guardare e guardarci: come siamo e come potremmo essere».
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