Bomba precari, Crocetta scrive a Letta: “Per la Sicilia un trattamento iniquo”

UNA LETTERA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO IN CUI IL GOVERNATORE ESPRIME AMAREZZA PER IL MODO IN CUI L’ESECUTIVO NAZIONALE STA TRATTANDO LA SICILIA SUL TEMA PRECARI

Il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ancora si ostina a dialogare pacatamente con il Governo nazionale. Ancora non ha capito che lo stanno ‘sacrificando’ su tutti i fronti. Gli hanno scaricato addosso tutta la responsabilità sul Muos di Niscemi. Gli hanno imposto un assessore all’Economia, Luca Bianchi da Roma,  che sta assestando colpi durissimi alla Sicilia, massacrando ciò che resta dell’Autonomia,  nel nome del Fiscal Compact e di tutti i diktat della finanza europea.  Gli stanno facendo fare il lavoro sporco, come il probabile licenziamento di 30mila precari. Gli stanno impedendo di mantenere fede a tutte le promesse fatte in campagna elettorale. A che pro, Presidente? Non sarebbe meglio allearsi col Popolo Siciliano? Avere dalla sua parte i siciliani (e non parliamo delle misere percentuali del suo Movimento) sarebbe di certo più lungimirante da parte sua. A meno che non sia solo un gioco delle parti.

In ogni caso, Crocetta ci riprova. Prende carta e penna e scrive ad Enrico Letta, sul tema dei precari. Sottolineando la sua amarezza dinnanzi ad un salvataggio dei precari calabresi mentre sul fronte siciliano c’è una chiusura totale. Missiva che non può sostituire i ricorsi alla Corte Costituzionale che  l’assessore romano, dii certo, non gli suggerirà. Anzi, ci risulta che abbia garantito a Roma, che non ne avrebbe promosso alcuno.   Da ricordare che in Val d’Aosta, ad esempio,  il Governo regionale, ha vinto la battaglia contro i diktat romani ed europei, salvando i precari.  E che in Sicilia, il Presidente della Regione,  ha in mano uno strumento potentissimo che è lo Statuto siciliano, parte integrante della Costituzione. Uno strumento che offre la possibilità di ribellarsi ai soprusi di uno Stato centralista e schiavo delle oligarchie finanziarie che sta affamando le regioni più povere, vedi caso, tutte al Sud. Per usarlo, è ovvio che Crocetta, per cominciare,   dovrebbe rimandare a casa l’inviato delle burocrazie ministeriali a cui è stato affidato l’assessorato all’Economia. Se non lo farà, sarà la prova che stiamo assistendo ad una recita a soggetto.

Ecco la lettera:

“Caro Enrico,
I provvedimenti di legge o sono uguali per tutti o sono iniqui. Così si e’ verificato ieri sui precari al Senato, quando e’ stato approvato un emendamento sui precari calabresi che io apprezzo perché risolve il dramma di migliaia di famiglie povere del sud. Solo che la Regione Siciliana, di intesa con il Ministero della Funzione Pubblica, aveva concordato un emendamento che era sostanzialmente uguale a quello approvato per la Calabria, senza addirittura alcuni costi aggiuntivi per lo Stato e soprattutto aveva la caratteristica generale, cioè, non prefigurava privilegi per la Regione Siciliana ma si applicava a tutto il Paese.

Cosa racconterò, Enrico, ai precari siciliani che aspettano da 25 – 30 anni di risolvere il loro sogno, che c’è un governo che ai loro colleghi calabresi dà di più? Che rende immediatamente possibile la stabilizzazione senza costi per la regione Calabria, mentre in Sicilia dovremo fare gli acrobati attraverso una legge regionale che stiamo elaborando, ispirata a una circolare del Ministero della Funzione Pubblica, che potrà far assumere i precari siciliani in numero ridotto rispetto ai calabresi e lo farà a spese della Regione? Questo dopo aver effettuato ulteriori tagli per 350 milioni e dopo un miliardo e mezzo di risparmio già fatto nel 2013.
Sinceramente ci sembra un modo assurdo di trattare una Regione che sta facendo in questo momento sacrifici enormi e portando avanti una politica di rigore
sulla spesa pubblica.
Presidente, la Sicilia chiede di essere trattata come le altre regioni d’Italia, non accetta discriminazioni e io allo stato attuale comprendo le mobilitazioni siciliane contro il trattamento iniquo che il governo sta praticando nei confronti della nostra Regione. Da Presidente non ho mai condiviso le proteste di piazza, ritengo che non sia questo il ruolo di un uomo delle istituzioni, ma credimi, quando si deve combattere contro le ingiustizie formali e sostanziali, è giusto che ognuno di noi riprenda il ruolo di cittadino per esprimere la propria indignazione”.

Cari saluti

Rosario Crocetta
Presidente della Regione Siciliana

Redazione

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