Dopo l’incontro a Roma l’assemblea a Termini Imerese: la lunghissima riconversione industriale dell’ex stabilimento Fiat segue ormai un copione fisso. Così, dopo l’ennesimo vertice al Ministero dello Sviluppo Economico che si è tenuto ieri, oggi i sindacati annunciano un’assemblea coi lavoratori per i prossimi giorni per aggiornarli sulle ultime novità dalla Capitale. Un incontro interlocutorio che però, si spera, potrebbe essere il preludio a un cambio di passo che la popolazione di Termini Imerese attende da tempo.
L’obiettivo primario è scongiurare il fallimento di Blutec: per questo motivo l’ipotesi lanciata dal commissario Giuseppe Glorioso, ovvero quello di un’amministrazione straordinaria dell’azienda, è stata condivisa sia dal governo nazionale che dai sindacati. Il nuovo commissario in questo modo verrebbe nominato dal governo nazionale, in modo da poter chiudere l’esperienza della vecchia proprietà sotto tutti i punti di vista, con l’obiettivo di dare una prospettiva unitaria e più di ampio respiro alle varie sedi dove si è insediata Blutec. A partire proprio dal Palermitano.
«In questo modo sarà il governo nazionale a farsi carico della reindustrializzazione di Termini Imerese – commenta il segretario regionale della Fiom Roberto Mastrosimone – Tra l’altro in questo modo si potrebbero usare gli ammortizzatori sociali per un periodo abbastanza lungo, vista l’inadempienza passata degli imprenditori. Si inviteranno Invitalia e altri soggetti istituzionali, facendo in modo che non si ripetano gli errori del passato (il riferimento è al presunto dirottamento di 16 milioni di euro da parte dei vertici Blutec, ndr). Così facendo ci sarebbe tempo per presentare e valutare progetti veri. Le risorse ci sono, considerando anche ci ritroviamo in un’area di crisi complessa».
Restano aperte però le varie vertenze che riguardano i 670 lavoratori Blutec e i 300 dell’indotto. A partire dalla cassa integrazione, che gli operai non ricevono da quattro mesi. «Abbiamo spinto affinché i soldi vengano erogati al più presto – continua Mastrosimone – Abbiamo chiesto poi di aprire un tavolo specifico sui lavoratori che sono rimasti esclusi da qualsiasi ammortizzatore sociale. Ricordo che dall’1 gennaio 2019 ci sono 62 lavoratori che sono rimasti scoperti, la proposta è quella di reinserirli nella tutela da parte dello Stato e che coloro che percepiscono la mobilità in deroga abbiano un’indennità dignitosa. Ogni anno la quota mensile della mobilità in deroga viene decurtata, e dopo due anni un lavoratore arriva a percepire appena 350 euro al mese. È un sistema barbaro che mette in grossa difficoltà i lavoratori».
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