Dopo quella di Roberto Ginatta, arriva la scarcerazione per Cosimo Di Cursi, proprio nel giorno del vertice al Mise sul caso Blutec. Il Tribunale delle Libertà di Palermo, infatti, ha accolto stamane l’istanza di riesame dei difensori dei vertici dell’azienda anche per l’amministratore delegato ordinandone l’immediata liberazione. Come per il presidente, anche in questo caso è stata riconosciuta l’incompetenza territoriale della Procura di Termini Imerese. Gli atti sono stati trasmessi al tribunale di Torino. I legali dello studio Grande Stevens rendono noto, inoltre, che è stata disposta la restituzione a Ginatta e Di Cursi dei beni, per un valore di circa 13 milioni di euro. I due erano strati accusati dai giudici termitani di malversazione ai danni dello Stato, con un sequestro pari a circa 16 milioni di euro e i sigilli a tutte gli stabilimenti Blutec nel Paese, compreso quello palermitano.
Un passaggio che potrebbe rimescolare le carte, mettendo in discussione anche il provvedimento di sequestro degli stabilimenti nel Paese. E che arriva mentre sono ancora i viaggio i due pullman partiti ieri con un centinaio di tute blu da Termini diretti a Roma, dove alle 14 si terrà un sit-in davanti al ministero dello Sviluppo economico. Oggi pomeriggio alle 16, infatti, è previsto l’ennesimo tavolo convocato al Mise con al centro il piano di reindustrializzazione del sito industriale a 35 chilometri da Palermo, dopo l’addio di Fiat nel 2011. Saranno presenti anche una decina di sindaci del comprensorio. Al tavolo sembra essere confermata anche la partecipazione e la presenza del commissario straordinario Giuseppe Glorioso, anche se ora si aprono nuovi scenari.
Ai cancelli degli stabilimenti sono ancora apposti i sigilli, ma nelle prossime ore non è escluso che i giudici possano riaprirli. Un’eventualità che accresce il clima di incertezza che colpisce il progetto di rilancio del sito siciliano mai realmente decollato. «Tutto ciò non fa altro che accelerare i tempi – afferma Vincenzo Comella segretario Uilm Palermo – intanto perché per il rilancio del sito occorre chiarezza. Poi, perché l’incompatibilità territoriale del Procura di Termini ci fa arrivare ancora più a ridosso della scadenza degli ammortizzatori sociali e, quindi, si riduce anche la possibilità di poter completare il processo di rilancio. Questo impegno lo deve garantire il governo accelerando e velocizzando tutte le procedure assieme a Fca che deve mantenere quanto promesso in occasione dell’ultimo accordo».
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